L'UOMO DEL DESTINO - Nella Roma di fede giallorossa il nome del giapponese, Nakatino come lo chiamavano nella Capitale, rimarrà sempre indelebile: suo il gol che di fatto consegnò l'ultimo Scudetto alla Lupa, una bomba sotto l'incrocio al Delle Alpi di Torino, il 6 maggio del 2001. Capello lo aveva inserito per un certo Francesco Totti, non proprio l'ultimo arrivato: e Hide lo ripagò con gli interessi, realizzando l'1-2 e propriziando poi la rete dell'Aereoplanino Montella, a centrare il fondamentale 2-2 contro la Juventus. La Roma rimarrà l'akmè, il punto più alto della sua carriera calcistica, iniziata in Giappone nel Bellmare Hiratsuka ed esplosa nel Perugia di Gaucci. 32 presenze e 10 gol nella prima stagione italiana, con una doppietta alla Juve che fece strabuzzare gli occhi al mondo intero, ancora impreparato all'eventualità di vedere calciatori giapponesi decisivi nel Vecchio Continente (fa ancora scompisciare dalle risate la performance del suo traduttore in un'intervista resa celebre dal programma televisivo della Gialappas Mai dire Gol). I giallorossi se lo accaparrano senza pensarci e, seppur nel ruolo di riserva dell'ottavo re di Roma Totti, Nakata risulta spesso decisivo. Il Parma lo compra al termine di quella stagione per 60 miliardi di lire: il giapponese riesce a conquistare una Coppa Italia in Emilia, segnando nella finale d'andata, ancora una volta contro la Juventus. Termina la carriera senza infamia nè lode, tra Bologna, Fiorentina e Bolton in Inghilterra.