Che fine ha fatto? Oliveira, dagli attriti con Mazzone al morso a Savicevic
Gli amanti del calcio anni '90 non potranno non ricordarsi di Luis Oliveira, attaccante brasiliano che ha deliziato i tifosi di Cagliari e Fiorentina con le sue prodezze. Nato il 24 marzo del 1969, Luís Airton Oliveira Barroso, in arte Lulù, può essere considerato, almeno sulla carta, uno degli attaccanti più completi transitati in Italia in quel periodo. Giocatore dotato di un buon fiuto del gol, della tecnica e della velocità di chi normalmente ricopre il ruolo di seconda punta e di dribbling secco e preciso nello stretto. Nonostante un bagaglio tecnico di tutto rispetto, però, non è mai riuscito a sfondare veramente e trovare la continuità di rendimento che gli avrebbero potuto far fare il grande salto.
DESTINO FORTUNATO - Oliveira nasce in una favela di São Luis, città a nord del Brasile, da una famiglia poverissima ma di grandi appasionati di calcio. Dopo aver tirato i primi calci al pallone per strada viene tesserato nella squadra locale. A 15 anni la sua strada si incrocia con quella di un osservatore argentino, che lo convince a seguirlo in Europa (insieme ad altri 5 ragazzi) per tentare la fortuna. Appena sbarcato nel Vecchio Continente partecipa a tre tornei in Francia, Spagna e Germania e viene notato dall'Anderlecht che lo acquista per 40 milioni di lire. Dopo aver militato nelle giovanili della squadra belga esordisce nel massimo campionato all'età di 19 anni e diventa uno dei cardini dei biancomalva di Bruxelles con i quali realizza 36 gol in 95 presenze.
CARATTERE 'PARTICOLARE' - Nell'estate del 1992, l'allora direttore sportivo del Cagliari Carmine Longo, visiona alcune videocassette di Oliveira, e dopo una lunga trattativa il neo presidente Cellino riesce ad acquistarlo per 6 miliardi di lire. L'approccio con la Sardegna non è dei più semplici, e lo è ancora di meno con Carlo Mazzone, tecnico all'antica che mal digeriva l'orecchino di brillanti che Lulù portava all'orecchio sinistro. Nonostante il look appariscente del brasiliano abbia creato attrito tra i due e sia costata al giocatore qualche panchina all'inizio dell'avventura sarda, mister Carletto non ha mai messo in discussione il talento del carioca, che lo ha ripagato con 7 gol in 29 partite allla prima stagione sull'isola. L'esperienza di Oliveira al Cagliari è proseguita tra ottime prestazioni, qualche gol sbagliato di troppo, e alcuni comportamenti discutibili per mettere un po' di pepe alla storia d'amore. Nel novembre del 1995 rimane a terra dopo uno scontro di gioco con il milanista Savicevic, che poco convinto della gravità dell'infortunio, lo invita ad alzarsi prendendolo per i capelli e riceve un morso al parastinco come risposta. Sempre nello stesso campionato si rende protagonista di una brutta simulazione contro la Fiorentina e si procurà un rigore che farà discutere per il resto del campionato. Ma sarà proprio l'offerta della Fiorentina a sancirà la fine dell'esperienza di Oliveira a Cagliari che si concluderà con 41 gol (di cui 4 nella Coppa Uefa 1993/1994) in 121 presenze.
IL FALCO - A Firenze Oliveira vince subito la Supercoppa Italiana ma, nonostante compagni di tutto rispetto come Toldo, Schwarz, Robbiati, Rui Costa e Batistuta, i viola concludono la stagione al nono posto, piazzamento che costerà la panchina a Claudio Ranieri. La stagione successiva l'intesa con il Re Leone migliora e Oliveira, grazie al calcio spumegginate proposto da Malesani con Edmundo, Rui Costa, Batistuta e Il Falco (gesto mimato durante le esultanze) schierati contemporaneamente, chiude la stagione con 15 reti che valgono ai viola il quinto posto in classifica. Nel campionato successivo ritrova Trapattoni, ma qualcosa s'inceppa e Lulù non riesce più a segnare anche a causa del nuovo ruolo che lo vede impiegato come sterno di centrocampo, così, dopo 26 gol in 95 presenze, lascia Firenze e torna in provincia con la maglia di Cagliari prima e Bologna poi. All'età di 31 decide di scendere di categoria e va a fare le fortune di Como squadra che lascerà solo a causa dei contrasti con l'allora presidente Preziosi e Catania, con cui segna rispettivamente 23 e 28 gol, in serie B. Il lento declino del verdeoro prosegue fino al 2009 quando, dopo aver vestito le maglie di Foggia, Venezia, Lucchese, Nuorese e Derthona, decide di ritirarsi.
LULU' OGGI - Oliveira è rimasto molto legato alla Sardegna, tanto da trasferirvisi in pianta stabile dopo la fine della carriera agonistica. A Cagliari ha conosciuto la sua seconda moglie, madre dei suoi figli e con la quale ha aperto un centro ippico per coltivare la sua grandissima passione per i cavalli. Il rapporto tra i due non si è concluso nei migliore dei modi, tanto che Oliveira è stato citato in giudizio per le accuse di stalking ai danni della ormai ex moglie. A partire dal 2012 Lulù ha inziato la sua avventura da allenatore, dapprima in Eccelenza (vincendo il premio come miglior allenatore della Lega Dilettanti), poi in Lega Pro alla guida della Pro Patria, dalla quale è stato esonerato lo scorso novembre. Attualmente è in cerca di una nuova panchina, ma siamo sicuri che lo rivedremo presto.