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Che fine ha fatto? 'God' Fowler: dalle esultanze ‘particolari’ di Liverpool ai cavalli
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CUORE EVERTON, ANIMA LIVERPOOL - Nato sulle rive della Mersey, a Toxteh, nel Sud di Liverpool, Fowler cresce con la passione per l'Everton, andando spesso a vedere le partite dei Blues a Goodison Park, ma a soli undici anni viene selezionato per un campus dedicato ai giovani da lanciare nell'universo dei Reds, scoperto dall'osservatore Jim Aspinall. Da allora, per Fowler a Liverpool esisterà solo il Liverpool FC, proprio quel rivale tanto odiato nei primi anni di vita. Dopo l'ingresso infatti nella selezione scolastica, il giovane Rob firma un contratto giovanile con i Reds, prima di diventare professionista all'età di diciassette anni. Da allora, comincia la sua leggenda con la maglia degli Scousers, una leggenda che lo porta a realizzare 120 reti in 236 presenze, lungo un arco di otto anni.
"IL TIMIDO RAGAZZO DI PERIFERIA CHE DIVENTA CAMPIONE" - "Robbie ci rappresentava, per questo lo amavano tutti. Non importava che spesso fosse nei guai. Era il timido ragazzino di periferia che divenne uno dei più straordinari calciatori mai visti", questa frase, pronunciata dal leader di una delle band più influenti della scena post-punk inglese – Ian McCulloch degli Echo & The Bunnymen, dipinge al meglio l'amore della KOP, la storica curva Red, per Fowler: tanti gol, tante partite ma anche tante controversie, assieme a una generazione di calciatori inglesi che si fece riconoscere per le prodezze dentro e fuori dal campo. Fowler fa infatti parte, assieme a Jamie Redknapp, Stan Collymore, David James e Steve McManaman, di quel gruppo di giocatori del Liverpool che a cavallo della metà degli anni novanta venivano denominati "The Spice Boys" dalla stampa, a seguito di una serie di comportamenti fuori dal campo di gioco, che li dipingevano come assidui bevitori e playboy (Fowler ebbe anche una relazione con la Spice Girl Emma Burton).
"GOD" DALLE STELLE ALLE STALLE: LA COPPA UEFA E LA "SNIFFATA" - Il resto sono tanti, tanti gol: Fowler la butta dentro in ogni modo, tanto che entra presto nel novero dei migliori attaccanti inglesi in circolazione e da venire convocato anche con la Nazionale dei Tre Leoni. Si rivela infatti uno dei marcatori più prolifici d'Inghilterra: viene premiato per due anni di fila come miglior calciatore della Premier League e diventa uno dei più forti calciatori del Liverpool, tanto da superare Ian Rush e venire idolatrato dalla KOP. Con i Reds vince due League Cup, FA Cup e Coppa UEFA nello stesso anno, il 2001, realizzando una spettacolare rete nella finalissima vinta 5-4 contro l'Alaves. Con l'arrivo di Houllier sulla panchina del Liverpool però gli spazi si riducono visibilmente e Fowler è costretto a lasciare, ma lo fa a suo modo: dopo una rete realizzata nel derby contro l'Everton, l'ennesima, Robbie esulta fingendo di sniffare la linea laterale, per rispondere a coloro che lo accusavano di essere un tossico. La squalifica chiude praticamente la sua epopea in Red. Un epopea da "God".
TRA AUSTRALIA E THAILANDIA, ECCO FOWLER "IL RICCO" - Il resto della carriera è solo di contorno: Leeds, Manchester City, Cardiff, Blackburn, tutte esperienze costellate da tanti gol, ma mai di quell'emozione provata a Liverpool, dove tra l'altro tornerà, per una stagione, nel 2006/2007. Chiude la carriera tra Australia e Thailandia, paese del quale si innamora e dove tuttora trascorre gran parte dell'anno. Non prima di aver scritto un'autobiografia, aver provato a fare l'allenatore, essersi sposato e aver comprato una scuderia di cavalli assieme all'amico McManaman. Fowler risulta inoltre come uno dei mille britannici più ricchi in una classifica del Sunday Times. I suoi business uniti alle sue proprietà classificano Fowler come il terzo calciatore britannico più ricco di sempre, dando vita ad un coro dei sostenitori del Manchester City: "We all live in a Robbie Fowler house" ("Viviamo tutti in una casa di Fowler"). Insomma, una vita da "God".