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Che fine ha fatto? Felipe Melo, da Juve e Inter alla finale di Libertadores e le bordate a Chiellini
il 'COMANDANTE' DAL JIU JITSU AD ATLETA DI CRISTO - Prima di intraprendere la carriera calcistica, il brasiliano, nato nel 1983, praticava jiu jitsu: sposato con Roberta, ha quattro figli: tre maschi, David, Luke e Linyker, e una femmina, Pietra. Fa parte dell'associazione Atleti di Cristo, ma è sul campo da gioco che ha combattuto le sue battaglie più importanti: il "Comandante", come viene soprannominato per la sua forte personalità, si impone caratterialmente e fisicamente sin dai tempi del Flamengo e del Cruzeiro, in Brasile, prima di cominciare l'avventura europea in Spagna, al Maiorca, al Racing Santander e all'Almeria.
TOP NELLA FIORENTINA, FLOP NELLA JUVE - Proprio in Andalusia diventa l'idolo dei tifosi e si attira le mire delle squadre di Serie A: la stagione a Firenze è splendida, tanto che dopo solo un anno la Juventus ufficializza l'acquisto del giocatore per 25 milioni di euro. In bianconero però disputa un campionato al di sotto delle aspettative: a causa del suo elevato prezzo d'acquisto, è uno di quelli presi di mira maggiormente dalla stampa sportiva e a volte anche dai tifosi, con i quali, in queste situazioni negative, ha avuto un rapporto turbolento
LA RINASCITA CON MANCINI: GALATASARAY E INTER - Il gran cuore e la gran garra, uniti a quel caratterino mica male, lo portano a esagerare. Finisce così "esiliato" in Turchia, nel Galatasaray, dove riesce a rinascere grazie a Roberto Mancini, che lo rilancia nel grande calcio e lo porta con sé nell'Inter. in nerazzurro il solito Melo, positivo all'inizio e quando è calmo, fuori dai giri non appena si innervosisce, la sua squadra perde o rimedia qualche squalifica. Ma ora, tre anni dopo, il brasiliano, che ha vinto anche una Confederations Cup con la maglia verdeoro, è tornato alla ribalta delle cronache.
LA FINALE DI LIBERTADORES COL PALMEIRAS - Merito della finale di Coppa Libertadores, conquistata con il suo Palmeiras, ma soprattutto del "derby d'Italia" personale ingaggiato da qualche tempo con Giorgio Chiellini, alla vigilia della sfida tra Inter e Juve: dopo la tensione degli scorsi mesi, successiva all'uscita del libro del'italiano,
LE BORDATE A CHIELLINI - Felipe Melo è tornato sulla vicenda e in un'intervista alla Gazzetta dello Sport ha attaccato il capitano della Juve: “Lui è una bandiera della Juve, purtroppo si fa male sempre e non riesce ad avere continuità nelle partite. Nel calcio quello che succede negli spogliatoi rimane lì. I suoi compagni, in Nazionale e nel club, devono avere paura e aprire bene gli occhi con lui. Se lui ha parlato di uno che ha giocato in Nazionale con lui (Balotelli ndr), magari domani potrebbe farlo con qualcuno che gioca con lui oggi. In Brasile noi la chiamiamo etica e se lui non la ha è un problema suo. Io sì che ne ho di etica e quindi non parlo male di lui. Anzi, faccio il tifo per lui. Spero vinca un trofeo internazionale che non ha, così magari è più felice nella sua carriera. Però non mi permetto di parlare male di uno che ha lavorato con me, è una questione di etica. Cosa non rifarei? Tutto ciò che ho fatto di sbagliato è stata una scuola per me. Però, non so, non offrirei di nuovo una cena a Chiellini". Melo, what else?
@AleDigio89