Rodrigo Reyes Marin/AFLO

Charlie Brown capitano e Lucy bomber: vent'anni fa finivano i Peanuts, la squadra più bella del mondo
E’ la storia, questa, di Charles Schulz e dei suoi Peanuts. L’incredibile banda di “cartoons” delle strisce più memorabili mai pubblicate dall’editoria fumettistica. Videro la luce, negli Stati Uniti nel 1950 e per mezzo secolo furono i protagonisti di una saga senza eguali, per grandi e piccini, le cui vicende avevano come denominatore comune le cifre della simpatia e della tenerezza. Portatori sani di un virus amorevole: “La felicità è accarezzare un cucciolo caldo, stare a letti mentre fuori piove, passeggiare sull’erba a piedi nudi, il singhiozzo dopo che è passato”. Con queste parole di semplice ma profonda filosofia Charlie Brown si rivolgeva a suoi compagni di matita prima che tutti insieme scendessero in campo per giocare la loro ennesima partita vincente.
Baseball, rugby, hockey su ghiaccio, golf, tennis, pattinaggio e anche calcio. Erano grandi sportivi i Peanuts. Come il loro creatore. Un gruppo ingovernabile e autarchico, un’improbabile comunione di spiriti individualisti, e sognatori. Charlie Brown pessimo giocatore, al limite della pippa, ma grande allenatore-filosofo. Sosteneva: “Dicono che lo sport sia la rappresentazione della vita. Meno male che non è così, altrimenti non ci divertiremmo più”. Lucy addirittura come Maradona quando rubava il pallone a Schroeder e palleggiando da autentico talento andava a fare gol. Linus sbandierava la sua irrinunciabile copertina. Snoopy, dall’alto della sua cuccia, faceva l’arbitro con la collaborazione di Woodstock. Piperita Patty urlava come un ultras e nello spogliatoio si festeggiava mangiando succulente fette del Grande Cocomero.
Dopo di loro, più nessuno così. Ricordarli fa bene al cuore. Riviverli è un dovere. Rivederli è possibile. Dopo il temporale, quando nel cielo compare l’arcobaleno. Sfilano, come in un film, dietro il loro babbo che non li ha mai abbandonati e che li ha voluti con sé, subito dopo la partenza, perché lasciarli in questo mondo nelle mani degli adulti sarebbe stato troppo pericoloso.
@matattachia