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  • Cesena, Berti a CM: "Sono stato vicino al Milan, ma non c'era tempo"

    Cesena, Berti a CM: "Sono stato vicino al Milan, ma non c'era tempo"

    • Francesco Guerrieri
    Tommaso Berti è il ragazzo che tutte le madri vorrebbero per le loro figlie. Zero tatuaggi, nessun orecchio e poco social: "Diciamo che sono un giovane-vecchio" scherza il centrocampista del Cesena nella nostra intervista. Amici? Quelli di sempre. Passioni? Il ciclismo: "Quando racconto ai miei compagni che d'estate vado in bici mi prendono per pazzo". Mezz'ala classe 2003, è uno dei migliori giovani della Serie B. Una parentesi con la Fiorentina e il Milan sfiorato per qualche giro di orologio, oggi Berti è concentrato solo sul suo Cesena dove è nato e cresciuto: "Per me è un orgoglio giocare con questa maglia, da tifoso l'ho seguito in ogni categoria".

    A maggio scorso siete saliti in Serie B, per te è un sogno che si avvera.
    "Non so quante volte da piccolo l'ho sognato e immaginato... Probabilmente non ho realizzato bene cosa ho fatto. Quando giro per strada e vedo tanti tifosi che mi ringraziano mi riempie d'orgoglio".

    Prima volta allo stadio a vedere il Cesena?
    "Avevo 5 anni, ero con mio padre. Ma poco dopo mi riportò subito a casa perché si era spaventato per lo scoppio di un petardo. Da più grande sono sempre andato a vedere la squadra e non ho mai smesso, abbonato ogni anno".

    Che emozione provi quando dopo ogni vittoria al Manuzzi parte "Romagna mia"?
    "Quando l'abbiamo cantata dopo la promozione avevo i brividi, la pelle d'oca. Io la conosco da quando sono bambino, nello spogliatoio la insegno ai nuovi". 

    Li porti anche a mangiare la piadina?
    "E' una delle prime cose che si fa quando si viene a giocare qui. Quella e i cappelletti in brodo sono assolutamente da mangiare".

    Dopo quel fallo di Caldara in tanti hanno pensato che avessi finito la stagione.
    "Me l'hanno detto tutti, la mia famiglia si è spaventata. Ma io avevo capito subito di non avere nulla di rotto, è stata più la paura che il dolore: in due settimane ho recuperato e ora mi sento al 100%".

    Il tuo avversario si è fatto sentire nei giorni successivi?
    "Sì, mi ha mandato un messaggio spiegandomi che non l'aveva fatto apposta; ma l'avevo capito subito. Si è scusato, era dispiaciuto; lui ha giocato qui, e chi l'ha conosciuto mi ha parlato di un bravo ragazzo".

    Chi è il compagno che ti impressiona di più in allenamento?
    "Simone Bastoni ha una marcia in più, tecnicamente è tanta roba; avendo molta esperienza aiuta noi giovani. Poi c'è Cristian Shpendi, lo conosco da quando eravamo insieme nelle giovanili ma ogni anno mi sorprende sempre di più: è un attaccante fortissimo, può crescere ancora tanto. E in allenamento fa sempre gol".

    In molti ti considerano un giovane atipico.
    "Penso di essere un ragazzo tranquillo, magari mi vedono così perché non posto molto sui social, ascolto musica un po' più alternativa e mi piace molto il ciclismo. I miei compagni, scherzando, mi dicono che sembro un 40/50enne".

    Che musica ascolti?
    "Principalmente italiana e indie. Mi piacciono Calcutta e Ultimo".

    In più sei rimasto legato agli stessi amici che avevi da piccolo.
    "Ho la fortuna di vivere dove sono nato, e di frequentare persone che ci sono sempre state senza mai allontanarsi. Quando non c'è la partita esco con i miei amici di sempre, questo aspetto sicuramente aiuta tanto".

    Ci racconti la tua passione per il ciclismo?
    "Nasce grazie a mio nonno, col quale guardavo sempre il Tour de France in tv. Sette anni fa ho preso una mountain bike e giravo per le colline romagnole, ora d'estate ogni tanto mi faccio qualche giro con una bici da corsa. E quando posso vado in montagna a vedere il Tour de France".

    Praticamente fai una preparazione prima della preparazione.
    "No, cerco di non bruciare troppo perché devo mettere su un po' di chili; ma quando riesco mi piace staccare un po' dal calcio e farmi qualche giro con la mia bici".

    Ti porti qualche compagno di squadra?
    "No, non sono grandi appassionati. Quando racconto loro che in estate esco in bicicletta mi prendono per pazzo".

    L'estate scorsa niente Ibiza o Mykonos, l'hai passata a Barbotto ad aspettare il passaggio de Tour de France.
    "Era una trasferta che volevo fare da tempo con i miei amici, sapevamo che sarebbe passato dall'Italia e non potevamo perdere quest'occasione".

    Hai mai pensato di fare il ciclista anziché il calciatore?
    "Quando mi sono appassionato al ciclismo avevo 12/13 anni, a quell'età è tardi perché avrei dovuto iniziare prima. Però, probabilmente, se non avessi fatto il calciatore mi sarebbe piaciuto".

    Nell'estate 2021 il tuo trasferimento al Milan è saltato all'ultimo.
    "Mancavano pochi giorni alla fine del mercato, sapevo di quest'interesse del Milan ma avevo qualche dubbio perché ero molto giovane. Lì per lì non avevo realizzato bene che a 17 anni mi aveva cercato una squadra così importante, anche se per la Primavera. Io ero poco convinto perché avevo fatto solo una decina di partite in Serie C, ma comunque  il trasferimento non si è concretizzato perché non c'era più tempo".

    Nell'estate 2022 vai alla Fiorentina in prestito con diritto di riscatto ma giochi solo in Primavera e torni al Cesena. Cosa non ha funzionato?
    "Credo abbia funzionato quasi tutto: ho segnato nella finale di Supercoppa vinta, in campionato ho fatto 7 gol come mai successo in carriera, siamo andati in finale di Coppa Italia e abbiamo perso lo scudetto contro il Lecce al 121'. Io penso di aver fatto una buona stagione, poi chiaramente le scelte le fanno altri".

    In panchina c'era Aquilani, in cosa ti ha aiutato a crescere?
    "E' stato bravo a farmi capire che lui aveva uno schema di gioco che io non avevo mai visto: si ispirava molto a De Zerbi, e questo mi ha aiutato a migliorare sia tecnicamente che tatticamente".

    Quell’anno l’allenatore della Fiorentina prima squadra era Italiano, ci racconti cosa ti diceva? 
    "Mi sono allenato molte volte in prima squadra, ogni tanto faceva qualche battutina. Io sapevo che sarei andato in Primavera e non avevo grandi aspettative, anche se conoscendo la realtà Fiorentina non sarebbe stato così assurdo debuttare in Serie A".

    @francGuerrieri 

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