Caso Pizarro e proteste. Tommasi a CM: 'La difformità di giudizio è un problema, ma i calciatori non insultino'
Fiorentina-Cagliari 1-1: il rigore negato a Giuseppe Rossi, la proteste di David Pizarro e la sua espulsione, le frasi di Vincenzo Montella sulla difformità di giudizio da parte degli arbitri nel caso di contestazioni da parte dei calciatori. Sul tema, ai microfoni di Calciomercato.com parla Damiamo Tommasi, presidente dell'Associazione italiana calciatori: "E' sicuramente difficile interpretare da fuori questi episodi legati alle proteste, bisognebbe essere in campo e vivere il clima della partita - spiega Tommasi -. E' chiaro che secondo il regolamento a parlare con l'arbitro devono essere i due capitani e, sempre secondo il regolamento, gli insulti all'arbitro non possono essere tollerati, come è giusto che sia. Poi la casistica è molto vasta e, ripeto, bisognerebbe essere in campo e vivere il clima della partita. Dipende anche dalle parole che si dicono e dal contesto".
Montella ha parlato di difformità di giudizio, a seconda delle partite e dei giocatori. C'è l'impressione che giocatori con certi nomi possano permettersi anche di mandare a quel paese gli arbitri, mentre ad altri, come nel caso di Pizarro, non è concessa anche la minima imprecazione.
"La mancanza di uniformità di trattamento è stata spesso un problema nel calcio e la classe arbitrale sta facendo il possibile affinchè all'interno della stessa gara, fra due squadre, e fra partita e partita di uno stesso campionato, venga utilizzato lo stesso metro di giudizio per lo stesso tipo di episodio. Quando c'è uniformità, ci sono meno problemi, ma non sempre si riesce ad avere".Come presidente dell'Aic, che messaggio si sente di dare ai calciatori, di fronte a situazioni di questo tipo?
"Quello che dice il regolamento: nessuna volgarità, nessun insulto, capitani delegati a parlare con gli arbitri. Insomma, i concetti che sono stati espressi anche nella recente riunione fra arbitri e capitani di Serie A".