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Calciopoli: Tavecchio ha deciso, chiederà i danni alla Juventus
Da fine marzo, all’indomani della nuda e cruda sentenza che già diceva molto, tra Carlo Tavecchio e Andrea Agnelli, separati in tutto a cominciare dalla governance del calcio italiano, sono iniziate prove di dialogo proseguite per mesi, fino a raggiungere nei dintorni della finale di Coppa Italia vinta all’Olimpico dalla Juve contro la Lazio il momento di maggiore propositività. Sembrava proprio, o quantomeno è sembrato a Tavecchio, che il giorno del ritiro di quella richiesta danni e della chiusura amichevole della questione fosse vicino. Invece, niente di tutto questo. Il legittimo «aspettiamo di vedere cosa dicono le motivazioni» rimbalzato da Torino è andato avanti fino a Ferragosto. Venute fuori anche quelle, sfiorato ma non realizzato (per caso o non per caso) un incontro ravvicinato Tavecchio-Agnelli a Malta sul campo neutro dell’Uefa, è calato il silenzio.
Spetterà ora all’avvocato Medugno, su mandato di Tavecchio, studiare come e con che formula difendere presso la Juventus gli interessi della Federcalcio, anche perché le 140 pagine della Cassazione non consentono di fare altrimenti o peggio di far finta di nulla. Non un fallo di reazione, ma una goccia che ha fatto traboccare il vaso, viene lasciato intendere. Con una convinzione assoluta: che questa, al contrario di altre, non sia una «lite temeraria».