CALCIO ALLA TV. Sky e l'orchestrina del Titanic
"L'ennesimo scandalo a dir poco avvilente". Così, in una lettera di qualche giorno fa al Corriere della sera, l'amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, definisce la vicenda calcioscommesse, il nuovo scandalo che, cinque anni dopo Calciopoli, rischia di sconvolgere il calcio italiano.
E non finisce qui. Mockridge, infatti, aggiunge: "Chi ha in mano le sorti e il futuro di questo sport dia un serio ed inequivocabile segnale di discontinuità rispetto al passato. Solo così Sky potrà continuare a garantire ai suoi telespettatori lo spettacolo del calcio e, grazie a milioni abbonati, assicurare al calcio italiano i due terzi dei suoi introiti".
Di fronte a queste parole, le manfrine alle quali stiamo assistendo in questi giorni all'interno della Lega di Serie A, per la definizione dei criteri per stabilire il bacino di utenza per la distribuzione dei diritti tv, ricordano l'orchestrina del Titanic, che continuava a suonare la stessa nusica mentre la nave affondava. La minaccia di blocco del mercato fatta dalle cinque big alle altre squadre e riunioni come quelle di ieri, che Massimo Cellino ha definito una "perdita di tempo", suonano proprio così, a un anno dalla scadenza del contratto con Sky, quando la Serie A dovrebbe darsi da fare per formulare una visione comune e strategica per il futuro, invece di perdersi in guerre di quartiere.
E suonano come l'orchestrina del Titanic anche le parole di stupore del presidente del Coni, Gianni Petrucci, nel commentare il monito del presidente della Uefa Michel Platini sul calcioscommesse: "Platini? Non so a cosa si riferisse dicendo che lo sapeva, io non lo sapevo".
Forse, invece di discutere di faccende marginali e di stupirsi di fronte ai commenti che arrivano dall'esterno, il nostro calcio e il nostro sport in generale dovrebbero iniziare a pensare seriamente al futuro, assumendosi delle responsabilità. Perché la musica di Sky prima o poi finisce e la nave affonda.