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Borussia Dortmund-Real Madrid è la finale di Bellingham: passato e futuro s'incontrano a Wembley
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CHE STAGIONE - C'era chi storceva il naso quando il Real Madrid, con assoluta cognizione di causa, andava a versare 103 milioni nelle casse del Borussia Dortmund per portare al Bernabeu un centrocampista, quando in contemporanea se ne andava il centravanti di riferimento (Benzema, ceduto all'Al Ittihad), che tra l'altro aveva appena vinto il Pallone d'oro. E in un certo senso era anche ragionevole pensarlo. Se non fosse che Bellingham si è dimostrato non essere un centrocampista, bensì un attaccante aggiunto a tutti gli effetti. E questo forse solo un visionario come Carlo Ancelotti era stato in grado di intuirlo. Neanche a dirlo, l'assenza di Benzema non si è assolutamente sentita: 23 gol e 10 assist alla prima stagione al Real ne sono la testimonianza.
CONTRO IL SUO PASSATO - La definitiva fioritura del talento inglese alla corte di Ancelotti è l'ennesima riprova della capacità del Borussia Dortmund di plasmare gioielli, per poi venderli a peso d'oro e ammirarli fare la fortuna di altri club. Così è successo l'anno scorso con Erling Haaland, venduto a 60 milioni al City con cui poi ha vinto la Champions League, e così può succedere di nuovo oggi, con Bellingham pronto a prendersi l'etichetta di ennesimo fenomeno che il Borussia non ha saputo trattenere. Ma del resto, da anni è questo il modus operandi dei gialloneri: comprare a prezzi accessibili, valorizzare e rivendere per fare cassa. Con una sola eccezione che risponde al nome di Marco Reus, che forse se avesse deciso di partire come fece l'amico Robert Lewandowski avrebbe potuto raccogliere di più nella sua carriera. E così a luglio 2023 ha salutato anche Bellingham, lasciando in eredità 24 gol e 25 assist in 132 presenze a Dortmund. Ora, per la prima volta, Jude vedrà le bandiere giallonere sventolare, ma lo farà da avversario.
WEMBLEY - E cosa può esserci di più romantico di giocare la finale della coppa più ambita contro la propria ex squadra? Niente, se non farlo proprio nello stadio di casa. Quello stesso Wembley che per un inglese rappresenta la massima espressione di calcio e che per Bellingham è a poco più di due ore da casa (Birmingham). Ma anche quello stesso Wembley in cui - seduto in panchina - aveva dovuto assistere alla sconfitta della sua Inghilterra nella finale degli Europei vinta dall'Italia. Una delusione che oggi Bellingham proverà a vendicare, in un match che si pone come uno snodo fondamentale della sua carriera, facendo da punto d'incontro tra passato e futuro. Un passato tedesco e un futuro spagnolo, che questa sera si incontrano tra le vie di Londra.