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Borja Valero: 'Inter sottovalutata. Napoli battibile, meglio senza Insigne'
Borja Valero, la critica sostiene che l’Inter vinca giocando male. Cosa risponde?
"Magari queste critiche durassero fino alla fine… Non so se sia vero o no perché ognuno ha la sua opinione, il suo modo di vedere il calcio. Di certo però fare 7 vittorie e 1 pareggio in 8 giornate non è semplice. Soprattutto per una formazione come la nostra che rispetto al passato è stata rinnovata e ha grandi margini di crescita".
NAPOLI-INTER - "Per come intendo io il calcio, direi che il Napoli è la squadra che gioca meglio in Italia: ha una manovra fluida e rapida, un possesso palla verticale e segna tanto. Vedere una gara del Napoli è divertente e attraente. La gara del Manchester City? Hanno fatto le cose per bene perché hanno una squadra composta da fuoriclasse. Guardiola ci ha fatto capire che il Napoli non è imbattibile, ma ora sta a noi approfittare delle situazioni favorevoli. Disputare una partita di grande concentrazione per 95’, perché se lasci loro il minimo spazio ti fanno male. Lì ho vinto solo una volta con la maglia della Fiorentina e ho incassato parecchie delusioni, anche con il Villarreal. Lo stadio però è davvero bello e l’ambiente, molto caldo specialmente in certi big match, ti dà la carica. Sarri? Ha il gusto del palleggio e quei tipi di tecnici mi sono sempre piaciuti. Durante la mia carriera, però, di allenatori bravi ne ho avuti tanti e non mi posso lamentare. Se hanno il centrocampo più forte? Non lo so perché il calcio non è matematica, ma lì in mezzo gli azzurri stanno attraversando un grande momento e giocano a memoria. Il livello non si abbassa mai, neppure se fanno 1-2 cambi. Non ci sarà Insigne? Magari... E’ bello sfidare i migliori giocatori perché se li batti, le vittorie hanno un sapore speciale, ma se mancasse Insigne sarebbe meglio per noi".
L'OPINIONE DELLA CRITICA - "Tanti hanno giudicato negativo il nostro mercato perché non sono arrivati i grandi nomi che qualcuno si aspettava. Forse siamo stati sottovalutati e per certi versi è stato un bene. Nella mia carriera ho imparato a leggere poco i giornali e non guardare i programmi sportivi. Ognuno ha la sua opinione ed è giusto rispettarla. Io spero solo di aver fatto ricredere una parte di coloro che non mi stimavano e mi auguro che a fine stagione si siano ricreduti anche tutti gli altri".
CAPITOLO SPALLETTI - "Impossibile fare classifiche, ma è innegabile che Spalletti abbia dato una spinta decisiva alla squadra in questo inizio di campionato. E’ un tecnico molto particolare perché ha una personalità forte e si fa capire fin dall’inizio: ti sa trasmettere le sue idee e ti mette in condizione di rendere al massimo. Per un calciatore è... tanta roba. Il suo folto che ruota? A me il centrocampo che 'gira' in continuazione piace. Anche al Villarreal giocavamo così: ci mescolavamo spesso e finivamo in 3-4 su un lato per fare densità".
IL RUOLO - "Non saprei dirlo. Con l’età uno di solito crede di essere più a proprio agio qualche metro più dietro, con la palla tra i piedi, ma nel derby mi sono trovato bene anche da trequartista. Idem alla Fiorentina quando ho fatto la mezzala nel centrocampo a tre. I gol? Un anno a Firenze sono arrivato a 6 reti, mentre le altre stagioni a 1, 3 e 4. Qualche gol in più darebbe una mano alla squadra e su questo aspetto devo migliorare".
LOTTA SCUDETTO - "Alla nona giornata è troppo presto per parlare di scudetto, ma le partite importanti sono utili per misurarsi, per farti capire dove puoi arrivare. Uscire da Napoli con la vittoria, sarebbe importante psicologicamente. Dobbiamo rimanere tranquilli e consapevoli che solo due mesi fa non c’era grande fiducia attorno a noi. Passo dopo passo andremo avanti e speriamo solo di aver imboccato una bella strada. Non mi piace mettermi nello zaino del peso in più rispetto a quello che c’è già. Creare maggiori aspettative non dà nessun vantaggio. Anzi... Se firmerei solo per il quarto posto? Firmerei per riportare l’Inter in Champions. Come, lo vedremo alla fine".
LA STIMA PER MONTELLA - "Quando arrivi in una società importante, al minimo problema la critica ti mette in croce. Noi veniamo attaccati per il gioco e siamo secondi. Figuratevi Montella... Lui, però, era ed è un bravo allenatore. Farà bene".
L'ADDIO A FIRENZE - "Era l’unica soluzione possibile perché erano state create le condizioni perché io andassi via. Mi hanno messo spalle al muro, tra l’incudine e il martello. O andavo o... andavo. Ma il legame c'è e rimarrà per sempre. Quando posso torno in città a salutare gli amici. Milano? Mia moglie si trova molto bene e anche io. Siamo persone di mente aperta e ci basta che i bambini siano felici".
NAZIONALE E SPAGNA - "Mi piace pensare che negli anni migliori della mia carriera abbiamo avuto una Nazionale fortissima. Peccato perché mi sarebbe piaciuto. L'indipendenza della Catalogna? E’ un momento difficile per la Spagna e con il dialogo spero che sia trovata una soluzione di buon senso".
IL SOGNO - "Non sono venuto qua con l’ossessione di vincere qualcosa, ma riuscirci sarebbe bello. Se l’Inter ti chiama, a una società così non puoi dire no".