Borioni: Serie A, cinque compiti da svolgere per la sosta del campionato
1. Allegri ha una decina di giorni per fare esercizi e scegliere la formazione giusta da schierare contro il Milan alla ripresa. Attenzione perché non può sbagliare, non più. Un conto è la duttilità tattica, un altro la confusione. Anche perché la sua Juve sta tenendo il ritmo delle squadre di testa eppure questo sembra non bastare. Bisognerà fare di più, fare quello che veniva facile l’anno scorso, ovvero vincere praticamente sempre. Lo hanno già avvisato: bocciatura dietro l’angolo.
2. Zamparini dovrà studiare geografia, cioè valutare a fondo l’ipotesi di acquistare un club all’estero. Una via obbligata per avviare un nuovo ciclo di allenatori esonerabili. Quelli del campionato italiano li ha già battezzati quasi tutti, tanto che è ora costretto a riciclare i soliti (nomi) noti. L’ultima mossa, Ballardini per Iachini, non ha convinto quasi nessuno (neanche i diretti interessati).
3. I primi della classe non potranno deconcentrarsi. Sousa dovrà fare i conti – come spiega su queste pagine il maestro Ulivieri – con le contromisure tattiche delle avversarie che da qui in avanti non snobberanno più (forse) la Fiorentina. Per Mancini un po’ di riposo, solo perché ormai dovrebbe aver imparato a memoria il solito tema: “Spiega perché la tua squadra gioca male ma continua a vincere”.
4. Al patron americano della Roma, il paisà Pallotta, si raccomanda la lettura di un testo di filosofia zen. Progettare con entusiasmo grandi imprese calcistiche, immaginare la realizzazione di un nuovo stadio, oltre al consolidamento del club in una dimensione finalmente internazionale, per poi verificare puntualmente la dura realtà fatta di storiacce da “mafia capitale” e di minacce ultrà quasi inestirpabili, non deve essere affatto facile.
5. Niente compiti invece per Sarri. Se lo merita. Maradona lo aveva sbattuto dietro la lavagna, lui umilmente ha risposto con i fatti. Azzeccando fin qui tutte le mosse. Unico dubbio: che certe marachelle verbali (il riferimento alla maglia strisciata per ottenere rigori, la critica impertinente al pallone di una multinazionale che detta le regole) non compromettano le sue aspirazioni da “primo della classe”. Attento alla buona condotta.
Luca Borioni