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    Borioni: Juve,dipende tutto da Cuadrado

    Borioni: Juve,dipende tutto da Cuadrado

    Dipende tutto da Cuadrado. Non è un problema di geometria, anche se di quadratura del cerchio un po’ si tratta. Che cosa dipende allora da Cuadrado? Il cammino della Juventus in questa stagione, a partire dal confronto di San Siro contro l’Inter.

    Cuadrado è l’esterno di fantasia e qualità che alla Juve mancava da anni. Non a caso già Conte lo avrebbe voluto per imprimere un’evoluzione significativa all’organizzazione della sua squadra fin lì solida e vincente ma non abbastanza da poterlo essere anche sul palcoscenico europeo. Poi è arrivato Allegri, e nelle pieghe di un mercato non del tutto intelliggibile, è spuntato il colombiano tanto desiderato, nel frattempo reduce dalla svalutazione marchiata Chelsea. Dunque un giocatore da rilanciare.

    Alla Juve è capitato in un momento strano, nel pieno di una rifondazione non semplice caratterizzata anche da assenze illustri dettate da ricorrenti infortuni. E all’inizio lui stesso – il fantasista invocato come essenziale – si è ritrovato ai margini, in panchina.

    Ma quando l’emergenza è sfumata e i meccanismi hanno ripreso a funzionare (cioè da appena due partite a questa parte, prima della pausa) Cuadrado ha cominciato a ritagliarsi un ruolo e uno spazio ben precisi.

    Però al tempo stesso sono comparsi altri dubbi. Perché l’ultimo sistema di gioco messo in piedi di Allegri - un convincente 4-3-3 ibrido, che si trasforma in 4-4-2 o 3-5-2 a partita in corso – consegna di fatto proprio a Cuadrado le chiavi della creatività in un contesto altrimenti fin troppo lineare. E i dubbi riguardano l’efficacia del colombiano stesso in questo ambito. In altre parole: sia contro il Siviglia e sia con il Bologna si è visto quanto il giocatore sia disponibile al sacrificio tattico in fase di copertura e quanto sia abile nell’uno contro uno. Ma è emersa anche la sua difficoltà, almeno contingente, a centrare la conclusione giusta, ad essere cioè anche concreto oltre che spettacolare nel dribbling.

    Viene subito in mente Tevez. Fino alla scorsa stagione, era l’argentino a colmare questa lacuna: lui aveva la forza fisica e la capacità creativa per sradicare palloni a centrocampo, portarli su in fase d’attacco e scaricarli verso la porta avversaria, spesso centrando il bersaglio. Una forza della natura.

    Ora il compito spetta principalmente a Cuadrado in un contesto però dove altre soluzioni offensive faticano ad emergere, nonostante il talento di Dybala e quello di Morata. Il paradosso latente è quello di una Juve povera di soluzioni offensive.

    Ma forse è solo questione di tempo. La difesa ha recuperato interpreti e certezze. Il centrocampo sta per scoprire la reale efficacia di un trio fin qui solo progettato e immaginato a tavolino, ovvero Pogba libero di regalare prodezze nel cuore del gioco sotto la protezione sapiente di Khedira e Marchisio, finalmente recuperati. Forse questo nuovo tassello permetterà a Cuadrado, alleggerito dall’ossessione del ripiegamento sulla linea di centrocampo, di rendere al meglio in una prospettiva finalizzatrice.

    Si vedrà: potrebbe essere un passaggio decisivo nella stagione della squadra bianconera.

    Luca Borioni

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