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    Bonucci-Juve, così è un'ingiustizia: la storia non si calpesta. E Allegri ora rischia di più

    Bonucci-Juve, così è un'ingiustizia: la storia non si calpesta. E Allegri ora rischia di più

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: Leonardo Bonucci ha probabilmente avuto una carriera superiore al suo talento, alle sue possibilità. È arrivato al momento giusto nel posto giusto e l’unica volta in cui nel frattempo da quel posto si è assentato (l’anno al Milan) si è visto qual era il suo vero valore, un difensore come altre decine. Aggiungiamo: Bonucci è a fine corsa ed è assurdo che sia ancora stabilmente fra i convocati di Mancini e che possa aspirare a difendere il titolo europeo vinto nel 2021. 

    Detto questo, e la premessa era necessaria perché si capisse che qui difensori di Bonucci a prescindere non ce ne sono, quello che sta facendo la Juventus è ingiusto e ingiustificato. Mettere alla porta, a stagione cominciata, il capitano della squadra, per quanto spesso non giocatore già nell’ultima stagione, il vincitore di 8 scudetti (il nono se l’è perso proprio per l’anno al Milan), trattarlo come un Arthur o una Zakaria qualsiasi, gente che a Torino è stata solo di passaggio, è oltraggioso oltre i più che legittimi piani sportivi dell’allenatore. 

    Bonucci ha scritto pagine di storia di un club prestigioso e la storia non si calpesta. Alla Juventus non è la prima volta che accade: pur in tempi e con modalità differenti, anche Del Piero venne messo da parte da Andrea Agnelli per non ritrovarselo fra i piedi. Là un fenomeno (Alex) qui un giocatore normale, ma là un contratto semplicemente non rinnovato (scelta unilaterale del presidente) e qui un contratto che invece c’è ancora e che Bonucci non ha ovviamente firmato da solo e che fra l’altro è probabilmente anche eredità di quella complessa e discussa manovra stipendi, che nelle stagioni del covid ha finito per causare solo guai al club. 

    È palese come sia di Allegri la scelta di escludere Bonucci dall’organico della Juventus. Ma perché aspettare metà luglio per farglielo sapere? Perché impedirgli di essere uno della squadra, magari anche di partire come l’ultimo dei difensori e dargli la possibilità di scalare le gerarchie? In un’azienda, si tratta in questo modo solo uno che ha rubato. In uno spogliatoio, simile trattamento è riservato a chi si teme possa nuocere al gruppo, minandone la serenità. Possibile che Bonucci oggi sia visto da Allegri solo come una minaccia al suo lavoro? 

    Curioso che uno dei primi incarichi formali di Giuntoli sia stato liquidare il vecchio capitano, come se la ricostruzione di una squadra vincente nascesse proprio eliminando chi sa come si vince. Normalmente non è così, ma evidentemente il rapporto fra Allegri e Bonucci era davvero ai minimi termini, oltre il già tanto che era noto. Ciò significa, che avere avuto la testa dell’ex capitano, alza oltremodo l’attesa per il lavoro dell’allenatore, nonché le sue responsabilità, perché di certo nel conto finale va e sarà messo anche questo scampolo di storia bianconera, volontariamente gettato nel cestino. Altro che sgabello. 

    @GianniVisnadi
     

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