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    Bologna, Corvino: 'Mai contattato per tornare a Firenze'

    Bologna, Corvino: 'Mai contattato per tornare a Firenze'

    Pantaleo Corvino, direttore sportivo del Bologna, ha parlato ai microfoni di Radio Blu: 'Quella contro il Frosinone per noi era una partita difficile da affrontare, sopratutto per noi, che a differenza loro non avevamo la stessa intelaiatura rispetto alla scorsa stagione.
    Noi siamo un gruppo nuovo, che si sta formando: stiamo riscontrando alcune difficoltà, la squadra sta crescendo, a volte gli episodi non ci hanno permesso di raccogliere quanto seminato. E' stata la nostra prima vittoria, ci serve per il morale. Sono preoccupato, però, perché per raggiungere gli obiettivi ci vuole tempo: siamo l'ultima squadra ad arrivare in A, ci sono stati pochi giorni per fare una squadra. Nel mercato siamo stati impegnati a cambiare tanto e in poco tempo: spero di aver fatto meno errori possibili, dovendo lottare per il mantenimento della categoria, ci troviamo a scontrarci con gruppi consolidati.

    Mercoledì sarò a Firenze: ho lasciato quello spogliatoio e quella città dopo una vittoria con l'Udinese e poi andai via per stare vicino a mia madre. da lì' non ci sono più tornato e ora lo faccio da avversario: spero di rivivere quelle emozioni, quei momenti straordinari vissuti in 7 anni. Ci sono  state tante sofferenze ma anche tante cose belle: sarà un'emozione grande, gli anni a Firenze li ho vissuti con una società e una tifoseria straordinaria.

    Per i punti conquistati sul campo, abbiamo fatto quattro qualificazioni in Champions, con tre quarti posti e un terzo posto: significa che da responsabile dell'area tecnica ho dato soddisfazioni a chi ha creduto in me e alla tifoseria; in Italia c'è stata una sola scarpa d'oro e aver portato un giocatore come Toni a Firenze è una soddisfazione che mi porterò dietro.

    Quando lavori fai tante operazioni, alcune riescono altre meno: un anno avendo ceduto Toni e preso Gilardino, e con lui Mutu Pazzini Osvaldo e Jovetic, non venderei Osvaldo per Bonazzoli e Kerrison.

    Bernardeschi giocava con i ragazzi più grandi: arrivò a Firenze ed era molto magro, quando qualche giornalista mi chiedeva chi fosse io ero solito dire: 'lo vedrete al Franchi!' e per questo è un gran piacere vedere Carpi-Fiorentina  e vedere in campo lui oltre a Babacar, ma anche Matos e Lollo: significa che le cantori importanti ci sono anche qua.

    Babacar cinque anni fa faceva già parte della prima squadra, già allora era potenzialmente un giocatore straordinario che manifestava le sue qualità: è uno dei tanti che abbiamo allevato con cura, non voglio dimenticare tutti gli altri che giocano in A o in B, come Bittante, Camporese, Venuti, Salifu, sono veramente tanti.

    Tirando le somme dei miei 7 anni, pensando ai risultati fuori dal campo e sul campo, la bilancia pende positivamente, perché vedo che ci sono tanti ricordi.

    La Fiorentina ha mantenuto la stessa intelaiatura dello scorso anno, non privandosi dei pezzi più importanti con grandi sacrifici, come aumentando il monte ingaggi: sono andati via alcuni giocatori, tra cui Savic che era un difensore di prestigio, ma con Astori e Suarez e gli altri la Fiorentina credo abbia aggiunto dei valori importanti. Io promuovo il mercato della Fiorentina, anche perché dopo 4 partite avere 9 punti è un bel risultato.

    Ho ancora rapporti importanti con i Della Valle, ma non ho mai avuto contatti per tornare a Firenze.

    Qualcuno mi disse che ero egocentrico e monopolizzatore, prendendo Macia dimostrai che non era così: a me piaceva e piace lavorare di squadra, anche se naturalmente ci dev'essere un pilota unico per guidare una  macchina complessa come quella del calcio. Dopo ci siamo sentiti qualche volta, ho inteso il suo addio alla Fiorentina come la volontà di tornare nel suo Paese, e non come una rottura con la Fiorentina.

    A Firenze abbiamo preso per 10 mln Toni, 11 vargas, 12 gilardino: per Cuadrado e per Gomez sono stati spesi soldi importanti, quasi 20mln, che avrebbero dovuto dar la certezza dell'investimento. Prima di venire a Firenze, Gomez aveva dimostrato di essere un vero goleador, con un pedigree importante: nessuno avrebbe potuto immaginare prestazioni così, ma questo fa parte degli errori che un dirigente può compiere.

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