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    Bayern, lo strano James: voluto da Ancelotti, esploso con Heynckes

    Bayern, lo strano James: voluto da Ancelotti, esploso con Heynckes

    • Luca Zanetti
    Quest'estate James Rodriguez approda al Bayern Monaco con la formula del prestito biennale da 5 milioni l'anno con un riscatto obbligatorio fissato a 35. Il suo arrivo è determinato dalla forte richiesta da parte di Carlo Ancelotti, l'unica fatta dal tecnico da quando era arrivato in Baviera. Nel primo mese di campionato con il tecnico italiano, che per la prima volta nella storia del club ha esonerato un allenatore a settembre, James gioca, ma è spaesato, non riesce a trovare la via del gol, fatica nelle giocate dando l'idea di essere troppo macchinoso e senza togliere i malumori e dubbi nei cuori dei tifosi. Con l'arrivo di Jupp Heynckes, è il colombiano a pagarne le spese: nelle prime 4 partite dal suo ritorno in panchina lo schiera solamente per 57 minuti, troppo pochi per non crearne quasi un caso. L'esperienza dell'allenatore tedesco insegna che quando un calciatore è in difficoltà il modo migliore è quello di non responsabilizzarlo e creargli quella rabbia interiore per poi esternarla nel momento giusto, perché lui sa quanto è importante recuperare James per raggiungere determinati obiettivi. Questa possibilità gli viene data in una sfida molto delicata contro il Lipsia: finisce 2 a 0, segna, diverte e si ritrova. Da quel momento finora non ha più perso il posto. Non solo, è decisivo in tutte le partite più delicate come contro il Borussia Dortmund (due assist) e nell'ultima partita col Bayer Leverkusen (gol e assist). Lo si può definire come paradosso Bayern: voluto da Carletto, esploso con Heynckes. 

    ANALISI TATTICA DI JAMES - Nelle 18 partite in cui è stato impiegato tra Bundesliga, Champions League e Coppa di Germania ha ricoperto il ruolo di trequartista per 12 volte, 4 da esterno sinistro e una volta sia come ala destra, sia come punta centrale. Il ruolo che predilige è sicuramente dietro la punta, dove è libero di spaziare in tutte le zone offensive del campo, pronto ad armare il suo sinistro con tiri da fuori o su punizione e libero di gettarsi nello spazio creatogli dai compagni in area di rigore. Un altro fattore rilevante è quello di fornire assist al bacio, in grado di poter cambiare gli esiti di una partita in ogni istante. A Madrid il suo compito era per lo più in fase di attacco poco legato alla fase difensiva, mentre a Monaco, dopo un inizio difficoltoso, si sta dimostrando sempre più uomo chiave e al centro del progetto. Parte sulla trequarti, ma si abbassa da mezz'ala per ricevere il pallone e distribuire gioco, pronto a collegare tutti i fili e gli schemi della squadra. In fase di non possesso, spesso si ricerca un pressing alto e feroce sul portatore avversario, è molto partecipe e si alinea nella fase di centrocampo non dovesse riuscire il tentativo iniziale di strappare la palla nella metà campo altrui. 

    DOVE PUO' ARRIVARE IL BAYERN - La settimana scorsa è iniziato il girone di ritorno in campionato e il club bavarese ha già un distacco dalle inseguitrici di 13 punti. E' quasi impossibile pensare che possa perdere tutto questo vantaggio, come ogni anno la Bundes lo vede protagonista e spesso vincitore, molto probabilmente a maggio si confermerà campione per la 28esima volta. Il 6 febbraio affronterà nei quarti di finale di Coppa nazionale il Paderborn, che milita nella terza divisione tedesca, anche qui il passaggio del turno è apparentemente scontato. Come per il campionato l'esito finale sembra scontato, come se dipendesse solamente e unicamente da loro. Quest'anno in Champions, invece, non è considerata tra le  candidate principali alla vittoria finale, poiché perdere calciatori di spessore e dall'esperienza di Lahm e Xabi Alonso, difficilmente sostituibili, comporti la perdita di qualche certezza e affidabilità. Alcuni, però, sostengono che possa esssere proprio James Rodriguez l'uomo in più per portare sul tetto d'Europa il Bayern, colui che può risultare imprevedibile, la mina vagante, pronto a prendere per mano le redini della squadra e fargli alzare la coppa dalle grandi orecchie. Carletto forse non aveva tutti i torti a puntare su di lui. 
     

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