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Batistuta: 'Non c'è un altro Batigol. Messi non sarà mai come Maradona. Dybala? Un buon giocatore...'
L'ALLENATORE - "Il più importante? Bielsa, per le cose che mi ha insegnato, perché ha preso un ragazzino che non voleva giocare a pallone e lo ha trasformato in un professionista vero. E poi Basile. In Italia Capello, Ranieri. Io, sinceramente, agli allenatore non davo molto reta, nel senso che un attaccante vive più d'istinto. E' difficile insegnare a un centravanti. Ho avuto un buon rapporto con tutti, non con Passarella, non c'era feeeling".
UN NUOVO BATI? - "C'è un nuovo Bati? Higuain mi assomiglia? No, sinceramente no. E' giusto che sia così, ognuno deve essere quello che è. A me non piaceva essere paragonato ad un altro, io volevo essere io. Sono stato umile, guardavo tutti. Da van Basten all'ultimo attaccante della Serie A. Ognuno ti lascia qualcosa, sempre. Higuain o Icardi stanno venendo fuori bene".
MARADONA-MESSI - "Diego è stato il più grande di tutti. Diego rappresenta anche l'argentino in tante cose, non solo nel calcio. Ha carisma, aveva un talento e una fantasia rari. Messi, anche se tecnicamente è uguale o magari superiore, non riesce a superarlo. Il carisma di Maradona non è quello di Lionel. Diego poteva anche gestire lo stadio, tutti guardavano lui. Ho giocato con lui e le posso dire quanto fosse decisivo tecnicamente per la squadra. Maradona è poesia, Messi è prosa. Quello che manca a Messi rispetto a Maradona è questa dimensione fantastica, quasi onirica. Neanche allenandosi tutte le ore del giorno potrà raggiungere quello stato, perché non è una cosa che dipende da lui. E' madre natura. E' così, si nasce in una maniera o in un'altra. In passato c'erano dubbi su Messi. Ora no. Ora è perfetto tecnicamente, ora non c'è più da discutere, ha fatto più gol di tutti. Nonostante questo per me non è Diego. E probabilmente non lo sarà mai".
SU DYBALA - "E' un buon giocatore, davvero. E sta crescendo. Ma bisognerebbe vederlo al cospetto di altre difese, in altri campionati, per giudicarlo pienamente".
SULLA SUA MITRAGLIA - "Cosa c'era in quel gesto? Non lo so, forse rabbia. Non c'era niente di speciale, era un gesto istintivo. Lo facevo per i tifosi. Per loro era il massimo".
SU ASTORI - "Sono ancora sotto choc. A volte voglio parlarne, perà rimango senza parole, subito. Cosa dico? Non mi viene da dire niente, solo da pensare al suo destino. Non riesco a trovare parole, mi sembrano vuote o piccole".