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  • Barimania:| Chi vuole bene al club?

    Barimania:| Chi vuole bene al club?

    Per una volta tralasciamo processi, colpevoli e ragioni di un disastro ormai sotto gli occhi di tutti, e proviamo a guardare un po' più in là. Il campionato del Bari non è più d'attualità: i biancorossi hanno quasi entrambi i piedi in B e si sono sprecati fiumi di inchiostro per parlare di un passo indietro che nessuno si aspettava, almeno non in questi termini. Adesso bisogna pensare al futuro, ad una serie B che fa paura dato che i galletti l'ultima volta ci restarono per otto lunghi anni. Ma soprattutto occorre pensare come rilanciare una squadra detenuta da una società in cui non crede più nessuno. I tifosi hanno preso definitivamente le distanze dalla famiglia Matarrese. Giusto o sbagliato che sia, l'impressione è che la frattura sia insanabile. Ed in queste condizioni è difficile ipotizzare che l'attuale proprietà decida di operare l'ennesimo sforzo per rialzarsi da un'altra batosta.

    La serie B è dura: per vincerla e tornare immediatamente in paradiso occorrono sforzi, pazienza, programmazione. Doti inconciliabili con la stanchezza palesata da Vincenzo Matarrese. Una cosa, però, va riconosciuta ai proprietari del Bari. Ovvero, nel bene o nel male, di non aver mai mollato il ponte di comando per oltre trent'anni. Forse perché la loro intenzione è stata effettivamente quella di restare ai vertici del Bari. O forse perché nessuno si è mai fatto seriamente avanti per rilevare il club biancorosso. Ad ogni modo, le ultime parole rilasciate da Vincenzo Matarrese aprono la porta a nuovi acquirenti, con formule varie: l'ingresso in società con quote di minoranza oppure anche la vendita del pacchetto di maggioranza del Bari. Uno snodo fondamentale per capire quanti realmente vogliono bene alla squadra di calcio. E' impossibile, infatti, pensare che il Bari non faccia gola a nessuno. Il bacino d'utenza è imponente, le potenzialità sono evidenti.

    Il San Nicola è uno degli stadi più capienti e belli d'Italia, la tifoseria biancorossa ha dato prova di sé non più tardi dello scorso campionato, quando si è segnalata come la più presente in assoluto in trasferta mantenendo un standard di presenze in casa assolutamente degno di nota. Senza dimenticare che, insieme all'Inter, il Bari è l'unica società ad aver incrementato il numero degli abbonati rispetto allo scorso anno. Certo, occorrerebbero investimenti per portare il club ad un livello più moderno ed al passo con i tempi. Ma la domanda è: non ne varrebbe la pena? In ogni angolo d'Italia numerosi gruppi si sono fatti avanti per rilevare situazioni ben più gravi sul piano economico e, forse, meno remunerative. Eclatanti gli esempi di Palermo, Napoli e Bologna, ma i ribaltoni sono avvenuti anche a Bergamo e Siena, realtà molto più piccole rispetto al capoluogo pugliese.

    Tuttavia, qui l'imprenditoria locale sembra refrattaria nell'arrischiarsi in un progetto che potrebbe portare enormi ritorni di immagine. In tanti si informano, in pochi fanno sul serio. E se la famiglia Matarrese non merita elogi per la gestione di questo ed altri campionati fallimentari, è giusto sottolineare che altri facoltosi imprenditori del territorio non brillano certo per spirito di iniziativa. Se questo torneo rappresenta una pagina nera come poche, la speranza è che il domani sia migliore e porti novità. Una cosa, però, è certa: se tutto resterà così com'è, significa che il Bari raccoglie in giro molta più indifferenza che consensi. E questa sarebbe una sconfitta molto più atroce rispetto a quelle rimediate sul campo.

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