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    Baglioni ringiovanisce il Festival di Sanremo come l'Italia di Mancini

    Baglioni ringiovanisce il Festival di Sanremo come l'Italia di Mancini

    • Vanni Paleari
    Finalmente (forse) Sanremo si rinnova. E' un Festival dalle grandi aspettative quello che partirà stasera e che si concluderà con la finale di sabato. Almeno così sembra, a giudicare dagli artisti e dai temi trattati nei testi delle canzoni. In 69 anni di storia (la prima edizione del Festival è datata 1951 e fu vinta da Nilla Pizzi) la musica italiana è cambiata e negli ultimi anni il nuovo cantautorato indie, il rap e la musica elettronica hanno dato una sterzata consistente alla scena. Organizzatori e direzioni artistiche passate, però, non sembrano aver mai dato troppo peso al cambiamento, proponendo agli spettatori la solita partita tra vecchie glorie che il più delle volte ha regalato uno scialbo zero a zero. 

    Almeno fino a quest’anno, quando Claudio Baglioni (al secondo tentativo dopo un’edizione 2018 non esaltante) sembra avere fatto centro. Il cantautore romano si è preso dei rischi e il suo Sanremo si ringiovanisce, con un processo simile a quello che sta portando avanti il ct azzurro Roberto Mancini con la Nazionale. Se saranno rosei i risultati di questa linea verde è presto per dirlo. La “pace dei consensi” auspicata dal cantautore romano qualche giorno fa sarà valutata solo domenica a bocce ferme e il suo impatto sarà maggiore se porterà con sé una linea da seguire anche per le edizioni future. 

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    Un po’ come Euro 2020, per l’Italia di Mancini, dovrebbe essere solo il primo step di rifondazione di un movimento. Baglioni riparte da Motta, Achille Lauro ed Ex Otago come Mancini si affida a Zaniolo, Tonali e Kean. Il cantautore livornese, da sempre attento alla qualità quasi poetica dei testi, proporrà un brano di forte impatto (Dov’è l’Italia?) sul tema dei migranti, il rapper romano proverà a rompere gli schemi con un crossover trap/rock (Rolls Royce) mentre la band ligure proverà a giocare in casa anche per quanto riguarda i temi con un pezzo (Solo una canzone) sul tempo e l’amore. Certo, poi ci vuole anche l'esperienza di Chiellini e Quagliarella. Allora ecco i grandi ospiti: Bocelli, Ligabue, Eros, Venditti e non solo.

    Altri spunti interessanti potrebbero arrivare dai brani di Ghemon, The Zen Circus e da Daniele Silvestri, il cui brano in duetto con Rancore (Argentovivo) è un toccante pugno nello stomaco che racconta il disagio dei sedicenni d’oggi e già si candida al Premio della Critica. I bookmaker mettono in pole position per la vittoria finale Ultimo, Irama (il rapper, già vincitore di Amici) e Il Volo. Mai come quest’anno, però, al Festival non sarà importante il vincitore, ma la ventata fresca nella musica popolare che potrebbe uscire dall’Ariston. 
     

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