Adrian divide: surreale come Lino Banfi all'Unesco e il mercato del Barcellona
A partire dalla tv, dove lo spettacolo Adrian di Celentano in onda su Canale 5 sta spiazzando tutti con la sua ad eccezione degli ascolti in costante discesa (dai già non altissimi 6 milioni della prima puntata ai 4 milioni della seconda). Le interminabili pause, il lungo e pesante senso dell’attesa precedente alla messa in onda non hanno trovato un riscontro altrettanto altisonante. Il Molleggiato ha fatto la storia della musica italiana, con il suo rock and roll di rottura che ha spaccato la scena negli anni ’60 , con pezzi che sono stati addirittura precursori del rap negli anni ’70 (basti pensare a Prisencolinensinainciusol o Svalutation) e con canzoni d’amore straordinarie tra i ’90 e il 2000. Nel dubbio iniziale, il Celentano musicale può essere annoverato tra il genio ma di questa graphic novel in prima serata sinceramente non se ne sentiva il bisogno. Strepitosi i disegni per carità, e qui il “genio” di Milo Manara fa la differenza, ma i contenuti lasciano spazio a un’ordinaria banalità: l’eterna lotta tra il bene e il male, la città moderna con i suoi piccoli alveari contro la campagna, la censura del potere sono tematiche trite e ritrite alle quali Celentano non ha aggiunto un minimo di innovazione.
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Per proseguire con la farsa dell’assurdo basta spostarsi sul fronte istituzionale. Dove il vice premier Luigi Di Maio ha nominato Lino Banfi come rappresentante per l’Italia nella Commissione Unesco. Oronzo Canà all’Unesco (Salvini preferiva Bocelli) ad affermare che non c’entra nulla con la cultura e i plurilaureati. Mancava solo che affermasse che la sommatoria 5+5+5 fosse 11 e avrebbe potuto accaparrarsi la poltrona del ministro Giovanni Tria? Sembra un fantastico momento comico e invece è la realtà. Perfetta la risposta di quei “geni” di Lercio, secondo i quali il nostro Ministro del Lavoro avrebbe proposto anche Aristoteles come Ministro per lo Sport. Anche in questo caso nulla da discutere sulla capacità di strappare sorrisi in carriera da parte dell’attore pugliese ma a preoccupare sono le tante scelte falsamente popolari di chi ci governa.
In mezzo a tutto questo assurdo appaiono come normali e ponderate, in questo calciomercato invernale, le scelte del Barcellona che si affida ai due “scarti” di Inter e Milan: Jeison Murillo (arrivato dal Valencia) e Kevin-Prince Boateng (prelevato dal Sassuolo) per completare una rosa già straordinaria. E questi trasferimenti non così poi fuori luogo se si pensa che i blaugrana, per puntare a Liga e Champions League, si affidano al gruppo, integrandolo con due riserve che conoscono già bene il campionato spagnolo. Celentano, Lino Banfi, Boateng: scelte assurde o ponderate? Una risposta certa al momento non c’è, non rimane che aspettare e nel frattempo, citando il Molleggiato e Franco Battiato in un bellissimo pezzo del 2011, “Facciamo finta che sia vero”.
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