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    Avvocati ebrei: Zamparini sotto inchiesta 'Non mi presento da Palazzi'

    Avvocati ebrei: Zamparini sotto inchiesta 'Non mi presento da Palazzi'

    Il procuratore federale, Stefano Palazzi ha aperto un'inchiesta in merito ad una frase a contenuto antisemita pronunciata dal presidente del Palermo, Maurizio Zamparini.

    Commentando la presunta estorsione ai suoi danni commessa dal procuratore di Javier Pastore, oggetto di un'inchiesta della procura di Palermo, Zamparini aveva affermato che "in America ci sono avvocati, per la maggior parte di estrazione ebraica, che cercano clienti fuori da tribunali e ospedali promettendo consulenze gratuite e che poi si rivelano invece con percentuali di provvigioni altissime". 

    Lo stesso Zamparini ha poi commentato: "Io sono un uomo libero e se Palazzi dovesse convocarmi non mi presenterò. L'Italia si commenta da sola. Che c'entra Palazzi se io parlo di lobby e di finanziarie e non di calcio? Non vedo perché dovrei rispondere a Palazzi, quindi se verrò chiamato non mi presenterò".

    «Parlando a un'emittente ho detto che mi avevano raccontato che fuori dai tribunali in America ci sono avvocati giovani, per lo più di estrazione ebraica, che fermano i clienti dando loro assistenza gratuita, sino al buon esito della causa, per poi chiedere un compenso in percentuale. La parola ebrei, popolo che io stimo, era ed è per me sinonimo di ammirazione per giovani intraprendenti che cercano il lavoro e se lo procurano con intelligenza». Lo ha detto il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, commentando l'apertura di una inchiesta, da parte del procuratore federale Stefano Palazzi, in merito ad una frase a contenuto antisemita pronunciata dal presidente del Palermo, Maurizio Zamparini. «Un elogio è stato cambiato in offesa - ha proseguito - Parlavo della finanza ebraica e araba poichè è chiaro che nel mondo d'ora sono le uniche ad avere liquidità. Anche questo un elogio, non una critica. D'altronde l'architetto che lavora per il mio gruppo da venti anni è un mio amico ebreo, un giocatore del mio club (unico in Italia) è ebreo, e quando nel 2011 un mio famigliare ha avuto bisogno di cure mediche all'avanguardia l'ho mandato a Tel Aviv». «Non sono mai stato razzista - ha concluso -, la mia vita lo prova. Sono da sempre un estimatore della storia, della cultura e della tenacia del popolo ebraico. Le scuse le vorrei ricevere da chi ha travisato le mie parole».

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