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    Alla Juve il gol di Chiesa non basta per l'Europa League: è solo Conference (Uefa permettendo)

    Alla Juve il gol di Chiesa non basta per l'Europa League: è solo Conference (Uefa permettendo)

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi

    La Juve ha fatto la partita che doveva fare, ha vinto a Udine con un bel gol di Federico Chiesa ma non è bastato. Sperava nel miracolo (pareggio o sconfitta della Roma) e per quasi un’ora e mezzo ci ha pure creduto. Poi Dybala, su rigore, ha rispedito i suoi ex compagni in Conference League. E’ finita così, per la Juventus, con un modesto settimo posto e con la consolazione che senza i 10 punti di penalizzazione sarebbe arrivata in Champions. Ma è stata una stagione dannata e questo finale non fa altro che confermare le difficoltà della squadra.

    IN AVANTI - La Juve ha attaccato, l’Udinese si è difesa, poche occasioni, poco spettacolo, una gran folla davanti all’area friulana e in 45' l’unica vera emozione è stata la traversa centrata da Bonucci con un colpo di testa, dopo un assist anche questo di testa di Milik. Niente tridente per Allegri, solo Chiesa e il polacco in avanti. In panchina Di Maria, in infermeria altra mezza squadra. Come è capitato anche a Sottil che in difesa ha fatto giocare due ragazzi del 2004, l’irlandese Abankwah (che aveva debuttato in A, 4 minuti, a Bologna) e il francese Guessand all’esordio assoluto. E dopo un’ora, per l’infortunio di Abankwah, altro debutto in A per Nicolò Cocetta, classe 2003.

    DUELLO CON LA ROMA - La Juve ha spinto di più, doveva vincere per sperare nel sorpasso alla Roma e/o all’Atalanta e agguantare l’Europa League, almeno prima della pronuncia dell’Uefa. Un tempo c’erano le radioline in panchina, ora i risultati degli altri campi arrivano sugli Ipad e dopo dieci minuti la Juve sapeva che la Roma era sotto di un gol in casa contro lo Spezia. A parità punti, però, i bianconeri erano ancora dietro alla squadra di Mourinho per lo svantaggio negli scontri diretti. Dopo un paio di minuti, l’Atalanta ha segnato e la Juve non poteva più riprenderla. La lotta a tre si era trasformata in un duello Roma-Juve. La squadra di Allegri ha aumentato la pressione intorno al 20' del primo tempo, sono aumentati anche gli angoli (9 nel primo tempo), il possesso palla (dato mai privilegiato da Allegri) è arrivato al 64 per cento, i tiri erano il doppio ma, traversa di Bonucci a parte, Silvestri non ha mai tremato davvero. In area juventina l’Udinese è arrivata in rare occasioni, in una è stato fenomenale Danilo con una chiusura su Beto. Solo l’eccellente tecnica di Thauvin creava qualche piccolo problema al trio difensivo della Juventus. A cui continuava a mancare lo spunto. Da Bergamo è arrivato il raddoppio dell’Atalanta sul Monza, praticamente un posto per l’Europa League era già di Gasperini. Da Roma è arrivato il pareggio dei giallorossi, ma non cambiava niente: ai bianconeri serviva sempre un gol per la vittoria e il sorpasso.


    SORPASSO E CONTROSORPASSO - A inizio ripresa Allegri ha puntato sulla velocità del giovane Iling-Junior al posto di Kostic. Sottil ha dovuto invece spendere il primo cambio quando il secondo tempo era appena iniziato e non deve essere rimasto troppo contento: Walace, che già nel primo tempo aveva accusato dei problemi fisici, si è fermato dopo 3' e ha lasciato il posto ad Arslan. Poco dopo il tecnico friulano doveva far esordire un altro ragazzino del 2003, Cocetta, per l’infortunio di Abankwah. Dall’altra panchina invece usciva Di Maria, classe ‘88, per dare vita al tridente nell’ultima mezz’ora. Per il Fideo era probabilmente l’ultima da juventino. Un attimo prima, Rabiot aveva sbagliato l’occasione più clamorosa della gara con un tiro, in piena area di rigore, finito solo sull’esterno della rete. Come nel primo tempo, la Juve ha invaso la metà campo udinese e alla fine il gol è arrivato. Da Iling (entrato molto bene in partita) a Locatelli a Chiesa, troppo solo al limite dell’area piccola (male Perez nella copertura) per sbagliare la conclusione: palla sul palo più lontano. Azione elegante, gol bello, vantaggio giusto e Roma sorpassata. Ma è stata solo un’illusione perché dall’Olimpico, negli ultimi istanti, è planata al Friuli la notizia che Allegri non voleva: proprio uno dei suoi vecchi ragazzi, Paulo Dybala, segnava su rigore il 2-1 per la Roma. Per la Juve solo la Conference League, Uefa permettendo.


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