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  • Al-Khelaifi è solo uno sprovveduto: la sua disperazione non impedirà a Mbappé di andare al Real Madrid

    Al-Khelaifi è solo uno sprovveduto: la sua disperazione non impedirà a Mbappé di andare al Real Madrid

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Ogni tanto, del tutto ingiustamente, qualcuno si permette di affibbiare l’etichetta di dilettanti ai dirigenti di club del nostro calcio. Premesso che spesso il dilettante deve fare meglio dei professionisti per costruire squadre vincenti a prezzi modici, non è vero per nulla che chi ha fatto la gavetta ed è poi passato tra i professionisti resti un dilettante. Piuttosto qualche impreparazione - da non confondere con il dilettantismo che è cosa buona e formativa - va colta nella vicina Francia e, in particolare, in casa del Paris Saint Germain.

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    Negli ultimi anni, la società francese ha fatto di tutto per trattenere Kylian Mbappé, ben sapendo che il calciatore non avrebbe potuto restituire neanche un decimo di quel che veniva pagato. Ora, al culmine della disperazione, Nasser Al-Khelaifi si è inventato una cessione-ponte all’Al-Hilal per cifre fuori da ogni ordine logico: 300 milioni di euro al Paris e 700 all’anno per il giocatore. Tutto questo, naturalmente, per non perdere Mbappé a zero alla prossima scadenza del contratto, cioé il 2024

    Delle due l’una: o il giocatore se ne sta buono e fuori rosa per un anno a guardare i compagni dalla tribuna (linea dura che hanno provato ad adottare con il beneplacito di Luis Enrique), oppure accetta e, almeno per una stagione, scardina il sistema calcio nel mondo, andando a giocare in un campionato che attualmente è forse meno competitivo della serie C.

    Al-Khelaifi non è un dilettante, ma soltanto uno sprovveduto, al quale hanno fatto credere che con i soldi si può tutto, anche vincere la Champions o condizionare un calciatore fino a farlo diventare schiavo del suo stesso successo. Invece Mbappé, come quasi tutte le persone intelligenti, sa che in Arabia, seppur per un anno, interromperebbe la sua carriera, mentre a Parigi, per necessità o per non cedere all’autolesionismo, uno spazio se lo riprenderà. In attesa, ovviamente, del Real.

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