Calciomercato.com

  • Getty Images
    Zigoni con pelliccia e cappello. Oriali idolo di Ligabue

    Zigoni con pelliccia e cappello. Oriali idolo di Ligabue

    I BUON COMPLEANNO di oggi sono per 

    GABRIELE ORIALI, detto LELE, soprannominato “Piper”(1952), nato a Como, ex mediano di Inter e Fiorentina, poi dirigente e attualmente Team manager della Nazionale. Campione del mondo 1982,  2 scudetti nell'Inter (1970-71 e 1979-80). A lui è dedicata principalmente la canzone “una vita da mediano” di Luciano Ligabue. Da bambino era tifoso juventino. Da dirigente dell'Inter è stato coinvolto, con Alvaro Recoba, nello scandalo dei passaporti falsi. 
    “Ero un giocatore molto duttile, in grado di ricoprire più ruoli. Ciò rappresentava sicuramente un vantaggio, ma a volte anche uno svantaggio, perché gli allenatori incaricavano me quando si trattava di marcare gli avversari più forti. Penso a Maradona, Zico, Cruijff, Rivera e Platini, anche se non dimentico Johnstone, ala del Celtic Glasgow negli anni ’70 che era impressionante, veramente imprendibile. Era motivante marcare i migliori, mi piacevano le responsabilità, ma non nascondo che anche le incursioni erano belle. Insomma, anche io a volte volevo segnare (ride, ndr)”. 
    “Sono stato io ad andare via, mi hanno messo nelle condizioni di farlo. Ci sono rimasto male perché non ero stato informato direttamente dei cambiamenti che si stavano concretizzando, bensì da terze persone. Quando Moratti ha fatto di tutto per trattenermi, cercando di farmi cambiare idea, ormai avevo preso la mia decisione. Non era più come prima. Non ero stato trattato bene, l’addio a quel punto era inevitabile. Se mi immagino ancora all’Inter? In questo momento penso solo a far bene con la Nazionale  
    Quando Mourinho arrivò in sostituzione di Mancini, all'Inter cercarono di tenermelo nascosto. Fecero di tutto per non farmelo incontrare. Mi vietarono persino di andare alla Pinetina dicendo che era per via della nuova filosofia portata dall'allenatore. Un giorno ci incrociammo e potemmo parlare. Nemmeno un mese dopo Josè mi disse: da domani ti voglio tutti i giorni alla Pinetina e la domenica verrai con me in panchina. 
    José Mourinho mi raccontò che ai tempi dell'addio di Moratti a Mancini aveva visto sulla prima pagina della Gazzetta la foto mia e di Roberto che ci allenavamo correndo a Montecarlo. Mancio era in un momento di difficoltà e io avevo scelto di rimanergli vicino per dimostrargli la mia amicizia, per dirgli che c'ero. Ebbene, Mourinho mi confidò che quando vide questa foto disse: "Questo è un uomo! A Milano sta per arrivare un nuovo allenatore, ma lui non esita a farsi fotografare in compagnia del vecchio!". Mi apprezzò, insomma. E così, dopo avermi conosciuto e avermi parlato, mi volle sempre al suo fianco. 

    GIANFRANCO ZIGONI, 1944, ex attaccante di Juventus, Genoa, Roma, Verona, Brescia, Opitergina, Piavon. Ha giocato fino a 43 anni
    Il figlio Gianmarco è attaccante della SPAL
    «Metto fuori classifica io, Pelé e Maradona perché calcisticamente siamo tre extraterrestri “
    Si è procurato con gli anni una reputazione di ribelle ed eccentrico a causa del suo amore per l'alcol, le donne e i motori e per alcuni suoi comportamenti piuttosto bizzarri 
    Una volta Valcareggi lo lasciò in panchina e lui, non approvando la decisione, ci andò in pelliccia e cappello . "Un giorno Valcareggi mi dice che non mi avrebbe fatto giocare. E gli dico ridendo: "Ma come? Tiene fuori il più grande giocatore del mondo?". Comunico ai compagni che sarei andato in panchina con pelliccia e cappello da cowboy, in cinque scommettono che non l’avrei fatto. E invece presi posto”
    Nel corso di un'amichevole di fine stagione Verona-Vicenza, dopo una partita in cui non brillò, a venti minuti dalla fine saltò in dribbling quattro avversari e infilò il pallone all'incrocio dei pali, salvo poi andare dritto negli spogliatoi, imitato dai tifosi che abbandonarono lo stadio  
    “A Genoa mi sono trovato benissimo. Il Genoa non dovrebbe retrocedere mai, è la squadra che ha più cuore, vederlo in B è come vedere tuo figlio che sta male. Io quell’anno mi sono presa una grossa soddisfazione: abbiamo vinto tutti e due i derby con la Samp, unica volta nella storia del Genoa, e io ho segnato sia all’andata che al ritorno. Per questo mi vollero anche in B.”
    In un Genoa-Milan segna tre gol. Raccontano che Trapattoni lo paragonò a Pelé:  
    “Alla Juve mi sono preso un esaurimento nervoso. Heriberto mi ha distrutto mentalmente. Però era onesto, giocava chi era in forma. Alla Juventus mi sentivo un numero. Non mi sono mai abituato al taglio dei capelli imposto dalla società, alle telefonate di controllo alle 10 di sera. Mi sembrava di stare in un campo di concentramento. Nell’ultima stagione in bianconero dicevo all’allenatore Rabitti: non ho voglia di giocare" 
     “L’inizio a Roma non è stato facile. "Herrera mi faceva giocare poco. Si era pure sparsa la voce che ero l’amante della sua donna.2 Niente di più falso. Poi le cose migliorarono e Roma mi è rimasta nel cuore. Magari ci fossi arrivato prima". 
    A Verona per qualche tempo vive in una parrocchia. "Monsignor Augusto mi aveva preso a ben volere. Così ho vissuto nella chiesa di San Giorgio in Braida, stupenda sulle rive dell’Adige. Mi stavo convincendo ad andare per un mese in un convento di frati camaldolesi. Sono andato a visitarlo, mi ha aperto un frate polacco dalla lunga barba bianca. Era stato calciatore e sapeva tutto di me. Sembrava di stare in un film. Mai poi tante donne si son messe a piangere. Dai Zigo, non puoi lasciarci. Mica potevo far piangere tutte quelle donne. E il mese in convento è saltato. In un Verona-Vicenza a una mia protesta, un guardalinee mi si avvicinò e mi disse 'Cadi sempre, non stai in piedi'. Era vero, ero stato con una donna fino alle cinque del mattino, Lo mandai a quel paese. A fine partita sto parlando col mio amico Faloppa del Vicenza. Arriva il guardalinee e mi chiese cosa gli avessi detto durante la partita. E io: 'Come ti permetti di interrompermi mentre sto parlando. La bandierina te la cacci su per il culo'. Mi costò sei giornate di squalifica e sei mesi di stipendio". "Un giorno Valcareggi mi disse che se avessi fatto una vita più regolata, sarei stato il più grande calciatore italiano. Ma ero fatto così. Quando ero in giornata e avevo voglia non bevevo e non fumavo. Per il resto: 40 Malboro al giorno, il whisky dopo pranzo, le birre, le donne: o ero un fenomeno io o erano scarsi gli altri“.

    NIKOLA MAKSIMOVIC, 1981, difensore serbo del Napoli, in prestito dal Torino
    CARLOS EMBALO, 1994. ala sinistra della Guinea Bissau, con passaporto portoghese, del Palermo

    FEDERICO FURLAN, 1990, centrocampista del Bari
    LUCA TREMOLADA, 1991, trequartista della Virtus Entella

    SIMONE DALLAMANO, 1983, terzino sinistro svincolato dal luglio 2015, ex Mantova, Prato, Lumezzane, Brescia, Cesena, L'Aquila, Castiglione

    RICARDO FERREIRA, 1992, difensore del Braga, ex U19 del Milan ed Empoli (4 presenze in serie B)
    NICOLAS GOROBSOV, 1989, centrocampista argentino  dell'Hapoel Tel Aviv, ex Vicenza, Torino, Cesena, Nocerina. Arrivò in Italia a 14 anni.
    FERNANDINHO, 1985,  ala sinistra brasiliana del Flamengo, in prestito dal Gremio,  ex Verona da gennaio a giugno 2015

    GABRIELLO CAROTTI. 1960, ex centrocampista di Milan, Ascoli, Vicenza, Reggiana, Gallaratese. Coi rossoneri ha vinto il campionato di serie B  1980-81

    CIRO BILARDI, 1953, ex centrocampista di Almas Roma, Brescia, Crotone, Livorno, Barletta, Udinese, Ternana, Rimini, Cavese, Catania, Ischia Isolaverde
    “Giacomini se in albergo trovava me con Ulivieri e altri giocare a carte le prendeva e le gettava dalla finestra. Una volta successe perfino in treno. Andavamo in trasferta e ci vide nello scompartimento giocare. ‘Dovete pensare alla partita non a questo gioco’, ci disse, prese le carte e le gettò dal finestrino, che tra l’altro era proibito. Poi Ulivieri tirava fuori dalla sacca un altro pacchetto!”. “A livello umano posso dire senza paura che sono rimasto deluso da Del Neri, ma anche di Novellino e Ranieri con i quali ho giocato in seguito. Quando sono divenuti famosi hanno cancellato di fatto il mio numero non rispondendo alle chiamate. E io che volevo solo complimentarmi con loro per quel che stavano facendo. “

    GABRIELE PODAVINI, 1955, ex difensore di Brescia, Bolzano, Lazio, Genoa, Siena. Nella Lazio fu uno dei protagonisti della salvezza in serie B  l'anno dei 9 punti di penalizzazione  “eravamo già partiti prer il ritiro estivo e la notizia arrivò come un macigno sulla testa di tutti . Fascetti , come ben si sa , fu molto chiaro : “ chi se la sente rimanga , chi , anche minimamente ha qualche dubbio in merito , può tranquillamente fare le valigie . “ Tutti ci guardammo negli occhi e decidemmo di rimanere. Fu quello il momento cruciale di quell’anno che ci permise di raggiungere lo storico risultato”. 

    GIAN PAOLO GALLUPPI, 1943, ex centrocampista di Modena, Crotone, Arezzo, Vicenza e Como

    Il 25 novembre era nato anche 
     
    GIUSEPPE GREZAR,
    1918-1949, mediano del Grande Torino scomparso a Superga. A Trieste gli è stato intitolato lo Stadio Comunale

    Altre Notizie