Zazzaroni: Scalciopoli
di Ivan Zazzaroni
Antonio Conte si ribella al calcio che conosce meglio, quello in cui s’è formato e che talvolta ha anche subìto (Arezzo, Bari, Bergamo, Siena, la provincia). Un calcio di poteri forti e fortini, rapporti falsi e rapporti veri, e anche vendette, nel quale la federazione condizionava – direttamente, quando serviva – i designatori e gli arbitri – solo i meno onesti e i più fragili -. Un calcio diverso da questo, però.
Conte sa bene che il nemico pubblico della sua Juve è da mesi Giancarlo Abete, la Figc: ascolta, legge, vede e trae le conclusioni. Non gli può essere sfuggito che Agnelli e i suoi avvocati hanno promosso azioni pesantissime contro via Allegri (dopo-Calciopoli) richiedendo danni per oltre 440 milioni. E ricorda l’irritazione del suo giovane presidente di fronte all’incompetenza dichiarata dal numero uno federale e, in seguito, all’intervento del Coni, di Petrucci, ovviamente preoccupatissimo per la piega che aveva assunto la vicenda.
Conte sa anche che le motivazioni della sentenza di Napoli hanno fatto segnare un punto e anche due a favore della linea Briamonte. E che, aggiungo, il no del Governo a Roma 2020 ha indebolito politicamente, almeno per il momento, il capo dello sport italiano, santo protettore di tutte le federazioni.
Insomma, Conte teme che qualche arbitro più realista del revoglia in qualche modo maltrattare la Juve-nemica della Figc con l’unico mezzo di cui dispone: il fischietto.
PS. La Figc di Calciopoli era anche così. Intercettazione. Carraro: “Mi raccomando che non aiuti la Juventus, per carità di Dio, che è una partita delicatissima in un momento delicatissimo della Lega ecc… Per carità di Dio che non aiuti la Juventus, che faccia la partita onesta, ma che non faccia errori a favore della Juventus”.
PS 2. So per certo che Andrea Agnelli non ha gradito l’esternazione di Conte: per la “politica” c’è Marotta. Ma a Marotta la parte del cattivo non riesce proprio.