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Zanetti: 'Vi svelo com'è nato il mio amore per l'Inter'
Quando sei arrivato pensavi di fermarti così a lungo?
"È successo tutto molto velocemente, quando mi è arrivata la notizia che l'Inter mi aveva acquistato non potevo crederci. Ero in Sud Africa con la nazionale, mi ha avvisato mia sorella e sono andato subito al telefono per parlare con Paula (la sua futura moglie, ndr), dicendole di accendere il telegiornale per capire se fosse vero. Non ci credevo, iniziavo a muovere i primi passi nel calcio ed arrivava subito l'opportunità che sognavo sin da bambino. Arrivavo in Italia, all'Inter, una società che aveva già una grandissima storia dietro: arrivai con Rambert, un mio connazionale che era più forte, perché era un attaccante ed era il capocannoniere dell'Independiente. Siamo arrivati entrambi, ognuno coi suoi sogni: mi ricordo la presentazione a Palazzo Martini, c'erano Bergomi, Facchetti, Angelillo, Suarez, Mazzola. Sentivo un senso di famiglia, fondamentale per un giovane straniero come me. Non dimenticherò mai quell'accoglienza, i primi allenamenti, le prime partite. Lì è nato il mio amore per l'Inter".
Per un argentino venire in Italia, conoscendo i grandi legami tra i due Paesi, era andare in un Paese sicuramente amico e ospitale, o c'era un po' di paura?
"Io l'ho vissuto con il mio bisnonno, che è partito da Pordenone. Quando sono arrivato ho pensato a quello che mi avevano trasmesso i miei genitori: mi aspettavo l'ospitalità che mi è stata data sin dall'inizio, ho sempre detto che l'Italia è un Paese molto accogliente. A volte ci lamentiamo, ma non ci rendiamo conto della grande sensibilità del popolo italiano".