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    Zalewski: 'Non sono un predestinato. Mourinho mi ha cambiato molto'

    Zalewski: 'Non sono un predestinato. Mourinho mi ha cambiato molto'

    Il giallorosso Nicola Zalewski ha rilasciato un'intervista a Piedi X Terra, il programma di DAZN. Queste sono le dichiarazioni del classe 2002 della Roma in procinto di esordire al Mondiale

    Torniamo indietro di un anno e mezzo, quanto è cambiato il suo mondo?
    “È cambiato tanto, è cambiata la mia vita in un anno e mezzo. È una cosa su cui ho lavorato fin da piccolo, sono contento di essere arrivato a questo punto ma so che è solo l’inizio”.

    Cosa ha provato dopo la prima convocazione in Nazionale?
    “Ero molto emozionato. Era a settembre dell’anno scorso, ero appena entrato in Prima Squadra in pianta stabile. È stata una convocazione inaspettata, non me lo aspettavo perché avevo solo 19 anni. Mi ha aiutato molto Piotr Zielinski, adesso siamo grandi amici. Mi sono sentito molto protetto dai giocatori polacchi che giocano in Serie A, mi hanno aiutato. Non mi aspettavo a 20 anni di poter giocare un Mondiale, è stato un obiettivo e un sogno. Come lo è per me, lo è per ogni calciatore”.

    Cosa ha provato durante la conferenza dell’allenatore?
    “C’era un po’ di ansia, l’ho vista con tutta la famiglia. Siamo stati contenti della decisione del Mister”.

    Cosa ha di speciale Lewandowski?
    “Si comporta con tutti allo stesso modo, non c’è niente di speciale verso altre persone. Anche con me nell’ultimo raduno, mi ha dato dei consigli dopo l’ultima partita”.

    Quanto è stato importante Mourinho per il suo arrivo in Nazionale?
    . “Mi ha cambiato molto, lo devo ringraziare perché ha fatto scoprire anche a me un ruolo che non pensavo avrei mai potuto fare. Sono molto contento, ma c’è molta strada da fare”.

    Cosa le ha detto prima di farla giocare la prima volta?
    “Mi ha detto di fare quello che so fare. Di prendere palla, puntare l’avversario e metterlo in difficoltà. È un privilegio e un orgoglio essere allenato da un tecnico e una persona così. Il suo rapporto con i calciatori a livello umano è molto buono”.

    Con le che rapporto ha?
    “Buonissimo. Un rapporto normale tra giocatore a allenatore. Mi ha aiutato tanto anche in momenti difficili della mia vita, lo devo ringraziare”.

    Quanto è importante per un giovane avere un allenatore come Mourinho?
    “Molto importante. Noi ci sentiamo molto protetti da lui, ma non solo noi giovani. Tutta la squadra e tutto lo staff sanno che possono contare su un allenatore così”.

    Sembra essere un predestinato, in ogni suo esordio ha lasciato il segno
     
    “Questa parola predestinato non è che mi piace più di tanto, perché sembra come se dovesse succedere per forza. Io sono convinto che tutto quello che ho fatto è grazie al mio lavoro, grazie a chi mi è stato accanto, ai miei allenatori e ai miei compagni. Questa parola predestinato non mi va giù”.

    Ha mai pensato di non farcela?
    “Sì, ci sono stati dei momenti. Anni in cui non giocavo o giocavo meno, i pensieri non erano positivi. Le persone che avevo vicino mi hanno aiutato a non mollare”.

    Bruno Conti l'ha voluta portare subito a Trigoria...
    “Eh penso di sì. Ci sono tanti giocatori forti che entrano alla Roma ma che poi per vari motivi non vanno avanti. L’umiltà sicuramente è la prima cosa, io penso di essere andato avanti anche per questo motivo”.

    Si ricorda questa foto (foto di Zalewski da bambino con Francesco Totti, ndr)?
    “Sì sì me la ricordo. Ero molto piccolo, appena passava un giocatore della Prima squadra restavamo tutti a bocca aperta e gli chiedevamo qualche foto. Io ho avuto la fortuna di incontrare il Capitano, mi tremava la mano mentre facevo la foto”.

    Cosa è Totti per un tifoso della Roma?
    “È difficile da spiegare. È una cosa che senti dentro. Se non sei di Roma non puoi capirlo del tutto, come Maradona per il Napoli. È una cosa inspiegabile”.

    La vittoria della Conference? “
    È stata una gioia per tutti. Per noi cresciuti nel settore giovanile è stata forse una gioia doppia, vincere un trofeo internazionale al primo anno tra i professionisti è incredibile”.

    Come ha vissuto il giorno della finale e la vigilia?
    “Ti dico la verità, è stata una giornata non dico tranquilla ma quasi. Io vivo la partita da quando arrivo nello spogliatoio, durante la giornata è difficile che mi faccio prendere dalle emozioni”.

    Si è tatuato anche lei  la Conference?
    “Sì sì, ce l’ho sul fianco”.

    Si sente un Golden Boy?
    “So che ho fatto abbastanza bene, ma devo confermare quanto fatto di bene l’anno scorso”.

    Cosa ha di speciale questo settore giovanile?
    “Le persone, tutte le persone che sono dietro le quinte. C’è un lavoro molto dettagliato, che ti porta a una crescita esponenziale e questo ti aiuta quando arrivi in Prima squadra”.

    Perché non si parla mai dei giovani che giocano in Italia?
    “Magari perché ce ne sono pochi. Si ha paura a dare spazio a un giovane perché c’è una partita importante. Ci sono mille motivi. Mourinho ha fatto vedere che questa paura non c’è a Roma, ha fatto esordire tanti giovani e continuerà a farlo”.

    C’è qualche giovane a livello europeo che le piace?
    “Ce ne sono tanti. Gavi, Pedri, Bellingham, Vinicius, Rodrygo hanno più o meno la mia età. Questi sono i ruoli che noto di più”.

    Che rapporto ha con Zaniolo?
    “Siamo grandi amici e ottimi compagni di squadra. È un bravo ragazzo e gli voglio bene”.

    Quanto la stimola allenarsi con uno come lui, con Pellegrini e Dybala?
    “Molto. Sicuramente adesso ancora di più con uno come Dybala perché è uno dei giocatori più forti del mondo. Ha una tecnica impressionante. Ma anche Abraham, Pellegrini, Zaniolo sono tutti ottimi giocatori, che ti stimolano a dare qualcosa in più”.

    Ha lanciato una sfida a Dybala visto che vi incontrerete al Mondiale?
    “Sì sì, anche più di una volta (ride, ndr). Gli ho detto ci vediamo il 30, per fare una battuta. Entrambi faremo del nostro meglio, vedremo chi vincerà”.

    Oltre a Dybala incontrerà anche Messi, cosa vuol dire?
    “Sono molto emozionato, è uno dei più forti della storia del calcio. Cercherò di fare  del mio meglio, speriamo che le gambe non tremeranno”.

    È vero che da bambino il suo idolo era Cristiano Ronaldo? Sua nonna le ha regalato il suo profumo?
    “Sì sì, è vero. La cosa bella è che me li regala ancora (ride, ndr). Nonna è sempre stata nonna. Mi ha sempre trattato come il suo nipotino piccolo e continua a farlo. Ho sempre avuto un debole per Cristiano Ronaldo, come gioca e come si allena non molla un centimetro”.


     

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