Youth League, un'altra disfatta italiana. Diamo l'Europa a chi crede nei giovani!
IL PECCATO ORIGINALE - Uno spreco di tempo, ma anche di denaro perché negli ultimi anni hanno affrontato la competizione squadre e società che, sui giovani, hanno dimostrato di non puntare, di non credere o, al massimo di investirci soltanto per mere strategie economiche. E così per ritrovare una spedizione positiva di una formazione italiana in Youth League bisogna tornare al 2014-15 quando la Roma di Lorenzo Pellegrini (oggi alla Roma), Calabresi (Bologna) e Sanabria (Genoa) si arrese in semifinale al Chelsea.
BRUTTE FIGURE - Da allora solo eliminazioni cocenti, brutte figure e, come detto, occasioni sprecate. Perfino l'Inter, che l'anno scorso ha dominato in lungo e in largo in Italia non arrivò agli ottavi di finale venendo esclusa ai playoff dal Manchester City. Le eliminazioni di ieri di Juventus (contro la Dinamo Kiev con un sonoro 3-0) e Roma (ai rigori contro l'abbordabile Midtjylland) che fanno seguito a quelle di Inter e Napoli ai gironi, chiudono il cerchio dell'ennesima stagione fallimentare europea delle nostre formazioni Primavera.
I MOTIVI DEL FLOP - Le motivazioni? Differenti, ovviamente. Banalmente, tuttavia, possiamo riassumere le difficoltà incontrate dalle nostre formazioni nelle 4 strategie aziendali che stanno condizionando i progetti tecnici delle rispettive rose. La Juventus da almeno tre anni non ha un progetto solido e continuativo, con cambi dirigenziali continui e, da quest'anno, con la prelazione data alla Juve Under 23 (che non sta andando bene) rispetto alla Primavera. Inter e Roma sono anni che, pur vincendo in Italia, duellano soltanto per produrre giovani da rivendere in sede di mercato e produrre plusvalenze. Il Napoli, infine, è indietro e non poco sia nella costruzione delle strutture giovanili che in quella delle rose dai giovanissimi in su.
DIAMO L'EUROPA A CHI LA VUOLE DAVVERO! - Sostanzialmente, le società che nel calcio dei grandi si stanno alternando nella corsa all'accesso alla Champions League non hanno un'altrettanto forte struttura a livello giovanile (o non ce l'hanno orientata allo sviluppo di talenti pronti per arricchire le proprie rose). Società simbolo del nostro calcio giovanile come l'Atalanta, o come in parte il Torino (fresco vincitore della Supercoppa Italiana contro l'Inter) e la Fiorentina (a cui vengono rimproverate scelte sbagliate come Zaniolo o Mancini, ma che ha prodotto talenti come Bernardeschi e Chiesa), non hanno la possibilità di offrire ai propri giovani il palcoscenico europeo che meriterebbero. Le regole sono fatte per essere cambiate e la riforma del campionato Primavera non può bastare. La Lega Calcio intervenga subito, e lotti per dare la Youth League ai club che nei giovani ci credono davvero.