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  • Juve, Yildiz è un altro 'nove e mezzo'? Ecco perché ricorda Baggio

    Juve, Yildiz è un altro 'nove e mezzo'? Ecco perché ricorda Baggio

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Platini diede a Baggio del nove e mezzo, poi venne Del Piero, altro nove e mezzo, quindi Dybala, ancora troppo poco 10 secondo il francese. Non erano pagelle ma il riferimento all’area di competenza: bene o male tre attaccanti mentre il vero dieci è a tutto campo, come giocava lui. Naturalmente l’ambiguità è il segreto dell’ironia. Michel si è fatto metro, misura dei fantasisti bianconeri che gli sono succeduti. L’eccezione forse Zizou, guarda caso suo connazionale: era il più 10 di tutti anche se portava il 21. E oggi? A che punto siamo con la dinastia di Le Roi? Qualcuno dice Yildiz. Presto o no, è il suo stesso agente a parlarne in questi termini. Ma la Juve di Allegri si è ricostruita senza trequartista, e attualmente gioca col 3-5-2. Semmai dunque bisogna chiedersi che tipo di 10 può giocare nel tandem di questo sistema. E senza indugiare troppo sulla formula sardonica del “nove e mezzo”, potremmo anche domandarci se questo Yildiz sarebbe in grado di sostenere un cambio di modulo, ossia un passaggio al 4-3-3 o al 4-2-3-1, Allegri permettendo.

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    IL 3-5-2 ‘STORTO’, CHIESA E/O YILDIZ -
    La sensazione è che Yildiz stia facendo più cose in pochi giorni che Chiesa in tutti questi anni di Juventus. L’ho sparata grossa e me ne rendo conto, ma come al cuore, anche alle sensazioni non si comanda. Di certo entrambi vengono impiegati al fianco di un centravanti puro in quel 3-5-2 ‘storto’ che è diventato la certezza degli ultimi due anni del conte Max. Storto perché, un po’ per le caratteristiche degli interpreti, un po’ per gli sviluppi offensivi conseguenti, è così che appare quando la seconda punta si allarga in fascia per ricevere sui piedi e sfruttare l’uno contro uno. Lo ha fatto Yildiz al debutto da titolare col Frosinone in occasione del gol, e lo ha fatto in maniera ancora più chiara e  stupefacente contro la Salernitana in Coppa Italia. Azione da predestinato.

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    Osservate il tema tattico, è il medesimo con o senza Chiesa (quindi con Yildiz). Questo ci dice che il turco condivide alcune caratteristiche dell’attaccante italiano. Lo scatto elettrico, lo strappo in conduzione, il dribbling, fondamentali tecnici tipici di un esterno che riappaiono in situazioni come queste. Rispetto a Chiesa tuttavia Yildiz sembra più fine nello stretto, meno testardo nelle scelte. Più estroso e perspicace, attributi che evidentemente lo avvicinano di nuovo alla definizione di numero dieci pubblicizzata dal suo agente.

    Juve, Yildiz è un altro 'nove e mezzo'? Ecco perché ricorda Baggio

    La personalità non manca. E non solo perché non teme i raddoppi e li affronta con iniziativa (vedi ancora il gol col Frosinone in campionato e quello in Coppa con la Salernitana), ma perché non ha soggezione dei big. È strutturalmente “libero di testa”, come lo sono tutti i dieci (ma anche tanti nove e mezzo a dire il vero…). Guardate come “ignora” Vlahovic giunto a tu per tu con Lovato dopo una discesa che ricorda quelle del primo Baggio.

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    DIVERSO DA CHIESA - Per carità, giusto sottolineare che si ‘ingobbisce’ come Chiesa quando scatta, però poi il paragone finisce lì. Potremmo dire che, se entrambi sono prestati al ruolo di seconda punta in questa Juve, Federico lo fa con un bagaglio da esterno puro, Yildiz un po’ meno. Yildiz si trova meglio tra le linee, perché ha doti associative più spiccate e perché appunto è più fine nello stretto e nelle scelte. Ecco, non credo di aver mai visto fare a Chiesa un passaggio del genere…

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    SPACCARE LA PORTA - Davanti al portiere inoltre colpisce la cattiveria, più che la freddezza. Forse non guarda il portiere fino all’ultimo come un navigato Ciccio Caputo, semplicemente la sbatte dentro fortissima in un angolo. Senza fronzoli, cinico ed efficace come piace ad Allegri.

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    Anche il tiro a giro ‘alla Del Piero’ è una sua personalissima rielaborazione in cui il parametro della velocità del pallone schizza alle stelle. Più teso e vibrante, meno morbido e Pinturicchio.

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    E IN UN 4-3-3? - Questo gol che abbiamo appena visto lo ha realizzato in Nazionale contro la Germania, a novembre, schierato titolare da Montella. Ben prima di Allegri. E qui sotto vediamo meglio anche in che ruolo, riavvolgendo il nastro qualche secondo prima del lancio di Ayhan. Esterno nel 4-2-3-1. Vedete che tutto torna e sì, può giocare esterno anche nel 4-3-3.

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    Del resto una piccola variazione ad opera di Max l’abbiamo anche già vista nel corso di Salernitana-Juventus in campionato, con i bianconeri sotto di un gol e decisi a ribaltare il risultato. Non più un 3-5-2 ma un 3-4-2-1, naturalmente storto pure quello in quanto Milik da una parte e Yildiz dall’altra accanto a Vlahovic generano strutture e dinamiche inevitabilmente asimmetriche.

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    MA LASCIAMOLO SECONDA PUNTA… - Ma perché allontanare dalla porta uno che la vede così da seconda punta? (Vedi sotto il movimento sul lancio di McKennie contro il Frosinone in Coppa). Perché Allegri dovrebbe stravolgere la macchina difensiva faticosamente costruita? Di fatto è per quello che non passa ad altri sistemi, perché ha trovato la quadra coi tre centrali. Non perché vuole male a Chiesa e a tutti gli esterni offensivi di questo mondo.

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    Dopodiché ok, forse verrà il giorno in cui la Juve utilizzerà il tridente con Chiesa a destra e Yildiz a sinistra (magari già in questo campionato, come alternativa o soluzione iperoffensiva), o addirittura un 4-2-3-1 con Yildiz dietro a Vlahovic, a sinistra Chiesa e a destra il rientrante Soulé…


     

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