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    Xavi dopo due ex milanisti: campione non fa (subito) rima con grande allenatore

    Xavi dopo due ex milanisti: campione non fa (subito) rima con grande allenatore

    • Federico Albrizio
    Il Barcellona ha un piede in Europa League dopo il pareggio al Camp Nou con l'Inter e sul banco degli imputati finisce inevitabilmente Xavi. Pur con l'attenuante di tante defezioni, soprattutto in difesa dove mancavano Koundé e Christensen, il suo Barça ha mostrato evidenti limiti contro i nerazzurri, soprattutto in fase di costruzione: la difesa bassa della formazione italiana ha mandato a tratti in tilt i blaugrana, quasi prigionieri del loro lungo possesso palla e spesso in grossa difficoltà nell'innescare Lewandowski. Lezione di Inzaghi al 'piccolo Guardiola' è stato scritto, ma proprio l'epiteto affibiato a Xavi fa riflettere sulla mancanza di esperienza ad alti livelli e la consueta trappola in cui casca il calcio moderno: campione in campo non fa necessariamente subito rima con grande allenatore, anzi.

    C'E' SOLO ZIZOU - Guardando la storia recente del calcio, è impietoso il confronto tra grandi calciatori sbocciati al primo colpo sulle panchine di top club e altri invece quasi bruciati dalla prima esperienza tra i big. Zinedine Zidane è senza dubbio l'unico esponente di spicco del primo gruppo, Zizou ha messo a frutto gli insegnamenti del maestro Ancelotti e conquistato tutto fin da subito con il Real Madrid. Ma è l'eccezione che conferma la regola, visto che dall'altra parte l'elenco è lungo e ricco di insuccessi. Lo sa bene il Milan, che nel giro di pochi anni ha lanciato due fenomeni come Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi: buttati nella mischia in un momento storico complicatissimo per il Diavolo, i due non hanno ben figurato e rischiato di compromettere le proprie carriere in erba; almeno 'Superpippo' ha saputo ripartire dal basso e ora sta gradualmente costruendo il proprio background collezionando stagioni importanti tra Serie B e A. Discorso simile con Christian Brocchi e con Gennaro Gattuso, capace poi di rilanciarsi altrove. Gavetta saltata anche da Andrea Pirlo, promosso bruscamente in prima squadra dopo l'esonero di Maurizio Sarri: il 'Maestro', come lo chiamano tutti, ha guidato con fatica la Juventus, una stagione poco continua per risultati e gioco, e neanche la conquista di Supercoppa Italiana e Coppa Italia sono bastati a garantirgli la conferma; ora guida il Karagumruk per rilanciarsi. Più indietro nel tempo in casa Juve anche l'esperienza con Ciro Ferrara tra il 2009 e il 2010 dopo l'esonero di Ranieri: finale di stagione positivo, meno l'andamento nella prima parte della seguente fino all'esonero a fine gennaio 2010. Guardando all'estero la situazione non cambia, le difficoltà di Frank Lampard al Chelsea (dopo un solo anno al Derby County) ne sono una prova e non a caso altri campionissimi del pallone hanno deciso di compiere un percorso più graduale, passo per passo. Vedere Xabi Alonso, alla prima avventura (comunque già di prestigio) al Bayer Leverkusen dopo l'esperienza alla Real Sociedad B. La gavetta paga, lo stesso Simone Inzaghi ne ha fatta tanta crescendo di pari passo con la Lazio e anche grandi tecnici più 'attempati' come Carlo Ancelotti e Roberto Mancini ne hanno fatta prima del grande salto. Ora tocca a Xavi, tra la pressione di una piazza come Barcellona e quella che deriva dall'essere stato un campione assoluto del centrocampo.

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