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    La difesa prende sempre gol e Allegri cambia troppi moduli. La Juve vince solo soffrendo

    La difesa prende sempre gol e Allegri cambia troppi moduli. La Juve vince solo soffrendo

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Intanto, i 3 punti. Che oggi servono, ma il cui vero peso si capirà solo a fine stagione. Poi i gol, quelli valgono e nessuno li può cancellare. Il primo in stagione di Paredes, ma soprattutto il nono in campionato di Vlahovic, che alla fine vale la vittoria, e spezza un digiuno lungo quasi 3 mesi, in mezzo solo un rigore trasformato in Europa League.

    La Juventus ritrova la vittoria, Allegri il buon umore, eppure se il Lecce (nemmeno nella sua giornata migliore) resta in partita fino all’ultimo, significa che manca ancora qualcosa per la doppia sfida col Siviglia, che deciderà la stagione bianconera. Forse un po’ più di attenzione in difesa, certo maggiore precisione in attacco. All’attivo anche un palo di Danilo (il 16esimo della stagione bianconera) e un gol annullato di un’unghia a Miretti, poi tante ripartenze sprecate, che gridano vendetta. Pensare al finale di Chiesa, per conferme.

    Come a Bologna, la Juventus manca più nei singoli che nel collettivo. Rientra Di Maria, ma è più fumo che arrosto. Lui lo vedremo col Siviglia, il resto non gl’interessa e Allegri lo sa e lo aspetta. Kostic è stanco, eppure è lui che dà a Vlahovic il pallone del 2-1 che immediatamente porta la Juventus fuori dal tunnel in cui poteva portarla il pareggio di Ceesay, un rigore fischiato a Danilo per un maldestro intervento alla De Ligt. Prima, Paredes aveva sbloccato l’inerzia iniziale con una punizione apparentemente non irresistibile, ma su cui il portiere leccese Falcone evidenzia errore di piazzamento, suo o della barriera, se non di entrambi. Si fa male De Sciglio, ed esce fra le lacrime. Entra Cuadrado, e si conferma stella più caduta che cadente.

    Solito spicchio di partita anche per Pogba, che al nulla visto fin qui somma finalmente qualche colpo che già fa gridare alla rinascita. Forse le memorie sono troppo corte e non ci si ricorda chi fosse davvero Pogba, anche se lo pagano come se fosse sempre “quel” giocatore.

    La Juventus prova a giocare un calcio diverso, ma sembra davvero non riuscirci. Il pallone scorre a singhiozzo fra tanti portaborracce invece che correre come servirebbe per innescare la freccia Vlahovic. Miretti sbaglia tutto, meno quando è in fuorigioco: segna un bel gol ma glielo annullano. Meglio di lui, Fagioli.

    Non guardiamo i risultati, che pure non sono stati brillanti, non guardiamo ai gol subiti, non pochi: da qualche partita, la Juventus ha proprio perso l’impermeabilità della difesa. Baroni fa un solo gol e su rigore, ma Szczesny fa due parate importanti e così ormai ogni volta, o lui o Perin. Qui, alla prima azione, una serpentina infinita di Oudin, il Lecce fa addirittura gol con Ceesay, buon per la Juventus pescato in fuorigioco. Ma la distrazione collettiva è più che un segnale. Errori individuali o di piazzamento, certo le rotazioni continue non aiutano, ma è così per tutti. In più, Allegri ci mette di suo il gusto piccante di cambiare quasi ogni volta modulo, anche più volte a partita. Quando forse a maggio, il telaio dovrebbe essere definitivo e saldato. O no?
    @GianniVisnadi

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