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  • Vlahovic fa fatica nella Serbia come alla Juve: anche senza Allegri la musica non cambia

    Vlahovic fa fatica nella Serbia come alla Juve: anche senza Allegri la musica non cambia

    • Simone Eterno
      Simone Eterno
    Non è fin qui l'Europeo di Dusan Vlahovic. Dopo le delusioni di una stagione tutto sommato in chiaroscuro, caratterizzata da 18 gol in bianconero distribuiti su 38 presenze complessive nelle due competizioni disputate con la Juventus, il serbo cercava da questa rassegna continentale una sorta di risposta a tutte le critiche.

    'Chiacchiericcio' che c'è intorno al suo nome e che sempre ci sarà, inevitabile quando di professione fai il centravanti della Juventus; ma che in fondo - nel caso di Vlahovic - si era amplificato a 'costante rumore di fondo', in quella scissione che da alcune stagioni ormai aveva caratterizzato il mondo bianconero: tra chi colpevolizzava il lavoro di Allegri e chi al tecnico invece forniva le attenuanti generiche quasi sempre riconducibili a 'una rosa mediocre'. 

    E così, dalla sua avvenuta tedesca con la nazionale della Serbia, Dusan Vlahovic in qualche modo cercava qualche certezza; un po' di tranquillità per mitigare quel costante ronzio nelle orecchie con cui deve convivere ormai da quando veste la maglia bianconera. Ecco: se nella Serbia Vlahovic cercava un'oasi di pace, si può dire fin qui che gli è andata piuttosto male. Le prime due uscite agli europei sono infatti per il bianconero terminate con un bilancio piuttosto fallimentare. Non che qualcuno si aspettasse sfaceli, per carità, nella sfida d'apertura dei balcanici contro l'Inghilterra: la Serbia era ampiamente sfavorita e, per un tempo, ha in sostanza rinunciato in massa a scendere in campo, salvo accorgersi dopo l'intervallo che gli inglesi non erano questa macchina infernale che probabilmente si erano immaginati.

    Casomai, sul lato Vlahovic, hanno pesato di più i 64 minuti incolori visti contro la Slovenia all'Allianz Arena. Sostituito dal ct Dragan Stojkovic per Luka Jovic, la partita di Vlahovic è terminata ancor prima che i serbi subissero il gol di svantaggio: sintomo, in qualche modo, che più che la classica reazione del cittì col tentativo di invertire l'inerzia dopo un gol di svantaggio, il cambio Vlahovic-Jovic arrivava come la più classica delle 'scelte tecniche' - o, a essere un po' più cattivelli, delle 'bocciature'.

    Chissà come proseguirà l'Europeo della Serbia, che a ogni modo - come tutte - resterà attaccata a una speranza di qualificazione nel Gruppo C nella sfida dell'ultima giornata contro la Danimarca. Chissà se ripartirà titolare lo juventino, considerata specialmente la prestazione odierna. Quel che sappiamo, però, è che del Vlahovic visto a Firenze, a questo punto anche fuori dalla Juventus, si sono perse un po' le tracce. Non vuole essere una risposta per schierarsi in una delle fazioni citate poco sopra, quanto una semplice constatazione della realtà dei fatti. Anche fuori quell'arido deserto della produzione offensiva a firma Massimiliano Allegri, Vlahovic ha faticato a fare gol: 3 reti negli ultimi due anni solari con la Serbia; nessuna nell'intero 2024. Per ritornare a vederlo segnare in due partite consecutive con la sua nazionale occorre infatti ripercorrere i vari tabellini fino al marzo del 2023, quando andò in gol nelle qualificazioni a questo europeo prima con la Lituania e poi con la doppietta al Montenegro.

    Che cosa vuole testimoniare questo semplice mix tra attualità e riflessione a caldo del post Slovenia-Serbia? Beh, che da questo Euro "libero" da Allegri fin qui la musica per Vlahovic non è cambiata; ma soprattutto che dopo l'estate, al di là di come vada a finire questa campagna della Serbia, Vlahovic sarà chiamato a invertire sul serio la rotta. L'attaccante bianconero infatti sarà uno dei più seguiti della nuova gestione Motta. Inevitabile, dicevamo, quando di professione fai il centravanti della Juve. Ancor di più se, per anni, parte della narrativa intorno al tuo nome ti ha comprensibilmente concesso tante attenuanti a causa del lavoro del tecnico. Da agosto la musica cambierà. E cadrà - o meno - la maschera sul volto di Vlahovic.

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