Vivo x lei: Salah ha stregato Firenze non solo con i gol. E vi spiego perché
mi chiamo Leonardo e sono un tifoso viola. Ho scritto questo pensiero che mi piacerebbe, se possibile, vederlo pubblicato su calciomercato.com.
Ho scelto di inviarlo a lei perché è una persona ed un giornalista che stimo moltissimo, è sempre pacato, intelligente, attento ma non per questo mai servile. Ho la netta sensazione che lei sia una persona con la "schiena dritta" e con dei valori e siccome quello che ho scritto credo sia da lei un valore condiviso ho pensato di inviarglielo. Forse non sarà possibile vederlo pubblicato, nel caso apprezzerei comunque una sua riflessione in merito. Colgo l'occasione per salutarla ed invitarla ad andare avanti con la serietà che la contraddistingue, le dico e le farà piacere che tra i tifosi Viola lei ha un altissimo indice di gradimento.
Penso a Salah e penso a quanto sarebbe bello il calcio se non fosse mal governato e pieno d'interessi milionari. Penso a questo piccolo grande uomo, egiziano poco più che ventenne, che entra in campo col sorriso sulle labbra e spacca le partite come pochi sanno fare.
Gioca con la leggerezza d'animo di colui che sa di essere un miracolato di Dio, perché viene pagato per giocare, giocare non lavorare e lui appunto gioca, si diverte, libera il talento senza la preoccupazione o l'ansia del risultato, della prestazione a tutti costi. Salta, corre, dribbla, sposta la palla da un piede all'altro, si butta nella mischia senza paura, capisce in anticipo dove finirà il pallone e vi ci s'avventa con la rapacità di un aquila. Salah è quel giocatore che riavvicina la gente a questo meraviglioso gioco, perché sfugge alle imposizioni tattiche, spariglia le carte in tavola della propria e soprattutto della squadra avversaria. Montella che è intelligente l'ha capito subito ed infatti recentemente a proposito del Messi d'Egitto ha detto: è un giocatore fortissimo che dovrebbe migliorare tatticamente ma non è detto che migliorando questo aspetto possa diventare più forte tecnicamente... anzi. Ha capito che la forza di Salah è l'imprevedibilità, non sai mai se ti arriva da dietro, di lato o davanti, non sai se tenterà la giocata o magari il tiro improvviso, è una scheggia impazzita che fa saltare il banco quando meno te lo aspetti. Ma il piccolo egiziano non è solo un gran giocatore: è un uomo con gli attributi, poco più che ventenne in una partita di Champions si rifiutò di dare la mano e scelse di battere il pugno ai giocatori israeliani. Si può disquisire a lungo, a torto o a ragione sull'opportunità di un simile gesto, ma, di sicuro, non si può obiettare che questo ragazzo non abbia una personalità dirompente, in eurovisione davanti a milioni di telespettatori decise di fare un gesto simbolico, ma fortissimo, avrebbe potuto far finta di nulla, fregarsene: preferì prendere una posizione netta, inderogabile. Anche nella scelta del numero di maglia non ha mancato di fare un gesto simbolico importante scegliendo il numero, purtroppo, delle vittime di uno scontro tra tifoserie egiziane. Salah non è mai banale, non lo è né dentro né fuori dal campo, ma la cosa più bella l'ha fatta a Firenze. Ha già simbolicamente unito due popoli che sono distanti mille anni luce, per cultura, religione, storia. Ditemi chi fra i tifosi viola non ha sorriso, ebbro di felicità, domenica sera, quando su Mediaset, poco sopra la postazione interviste, hanno inquadrato un gruppo di tifosi egiziani con le sciarpe viola e un bandierone dell'Egitto? Ecco questo sarebbe il bello del calcio: sfido chiunque tra i fiorentini non avrebbe, al gol, abbracciato il tifoso accanto, fregandosene altamente se fosse stato egiziano, pakistano o libanese?
Salah col suo modo di giocare di incantare ha già abbattuto una bella barriera, oggi girando per Firenze, magari per i banchi del mercato di San Lorenzo, son convinto molti di noi guardano con occhio assai più benevolo i venditori ambulanti di origine araba. Anche questo potrebbe fare il calcio se gli fosse restituito il senso vero, cioè quello di essere un gioco, di divertire di far sognare e per una domenica potersi platonicamente innamorare di un piccolo grande uomo che corre leggero con la palla attaccata ai piedi.
Leonardo Bigagli (via Facebook)
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Caro BIgagli,
il suo post riflette lo spirito di Vivo x lei, lo spazio che calciomercato.com dedica ai tifosi perché esprimano le loro opinioni e approfondiscano i temi che stanno maggiormente a cuore. La passione e la felicità che traspaiono dalle sue righe per il boom di Salah, sono le stesse della gente viola, ma credo, anche di chi ama il calcio e non è tifoso della splendida squadra di Montella.
Salah incarna la gioia di giocare a calcio e non fa nulla per nasconderla. Anzi. E piace anche per questo. Ne abbiamo le tasche piene di alcuni presuntuosi personaggi del Circo Pallone che o si montano la testa o snobbano i tifosi o sono insofferenti con loro, se la tirano, sono più preoccupati di collezionare tatuaggi, orecchini e altri ammennicoli. Salah conquista per i gol che segna e, come dice lei, perché unisce due popoli. Il sindaco Nardella l'ha definito "patrimonio culturale di Firenze". Non esagera: Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di favorire l'integrazione, il rispetto, l'educazione, la conoscenza reciproca nella nostra società multietnica. Il calcio è meravigioso anche perché è capace di regalarci personaggi come Salah.
x.j.
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(Foto tratta da violachannel.it)