Vivo x Lei, Pastorin: la filosofia di Barcellona-Siviglia
Dopo le classiche 24/48 ore di pausa per ragionare, leggere e ascoltare quello che si dice in giro, ecco il mio pensiero, del quale frega poco agli altri, sulla Supercoppa europea. Innanzi tutto i Georgiani sono meglio dei Cinesi: campo decente, riprese buone e bella cornice. Sarà che il vicepremier è quel KakaKaladze che ha giocato a calcio ad alti livelli, anche se con dubitabile successo (ricordiamo ancora i suoi strafalcioni difensivi nel Milan), quindi non avrebbe mai permesso uno scempio come quello di Shangai; sarà che l'UEFA è un po' più seria della FGCI; sarà che fra Tavecchio e Platini un minimo di differenza c'è (non so come tiri le punizioni Tavecchio, ma è sicuramente più basso), ma lo spettacolo è stato degno. Degno anche perchè Barcellona e Siviglia andavano al triplo della velocità di Juventus e Lazio. Questo per chiarire che quello che scriverò in seguito non è denigratorio nè di quanto visto nè delle squadre, sicuramente impressionanti tecnicamente. Ma il calcio è fatto anche di mentalità, tattica e organizzazione. Certo, se il divario tecnico è mostruoso, magari ne esci bene lo stesso. Ma la partita fra Barcellona e Siviglia, oltre allo spettacolo, ha però detto alcune cose che non occorre nascondere, per capire che non sempre quel che luccica è tutto oro. Innanzi tutto l'organizzazione tettica: il Barcellona ha una difesa scandalosa e un centrocampo che non copre per niente. Certo, se attacchi per novanta minuti e fai cinque gol a partita magari ne esci lo stesso. Ma tatticamente la squadra di Luis Enrique è inguardabile. Del resto lo era anche la sua Roma, quindi non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso. Ma con i giocatori del Barcellona vincere è più facile. La mentalità poi. Quando hai una squadra abituata a schiacciare l'avversario devi lavorare sulla reazione ai momenti di difficoltà, cui i giocatori non sono abituati. Cosa che non è stata fatta, e si è visto chiaramente. Ultimo appunto: il Barcellona ha delle riserve scandalose: Sergi Roberto non vale un tacchetto di Iniesta e Bartra in difesa sembra un difensore di Lega Pro Italiana. Semplici considerazioni, magari non condivisibili, ma alle quali mi piacerebbe qualcuno rispondesse per avere un confronto. Perchè non credo che a parte i soldi abbamo molto da invidiare a certi campionati. Zebra Point
Darwin Pastorin risponde: Ecco: queste sono belle discussioni. Sul calcio. Sulla tecnica, sulla tattica, sulle impressioni soggettive. Le goleada, sono sincero, mi sono sempre piaciute. Forse perché vengo dal Brasile, forse perché il senso del football è il gol: ma di fronte alle emozioni, alle reti, alle prodezze degli attaccanti ritrovo l'allegria della mia passione. Certo, non devono portare fuori strada i risultati estivi, anche in occasione di trofei comunque importanti. Il 5-4 del Barcellona sul Siviglia, così come il 6-4 della Roma sempre sul club andaluso, non devono essere presi come dati certi, come giudizi definitivi, nel bene o nel male. Sono risultati figli di preparazioni incomplete, di squadre prive di titolari e con ancora il mercato aperto. Il Barça, certo, ha palesato diversi errori, soprattutto da un punto di vista strategico, in special modo per quanto concerne l'azione difensiva (con evidenti lacune anche a centrocampo): sottolineati dalla disfatta di Bilbao. Poi, a organico completo, a campionato iniziato, la compagine di Luis Enrique rimedia agli svarioni e riprende a marciare verso nuovi trionfi. Rimane il club d'avanguardia, quello da battere per poter diventare egemoni in Europa e, di conseguenza, nel mondo. A me piace il modo che hanno, Messi e compagni, di interpretare il calcio, la loro filosofia: continua ad esserci il segno, indelebile, di Guardiola. Comunque, complimenti per le tue osservazioni: ci permettono di leggere il pallone in un modo concreto e non isterico. Di tralasciare il "campanile" per ragionare sul gioco, sul metodo, sulla bellezza del breriano "sport più belo del mondo".