Vivo X Lei, Borioni risponde: c'era una volta il Brasile
C'era una volta il Brasile - di Alexander Roots
E' notizia di questi giorni che nella classifica dei Giocatori Brasiliani migliori dell'anno al 3°posto si è classificato Felipe Melo.
Nulla contro il grintoso mediano dell'inter ma questo forse è il dato più significativo della crisi calcistica che sta attraversando la nazionale carioca in questo momento, FORSE, molto di più che la tragica sconfitta di 7-0 subita dalla Germania durante gli scorsi mondiali.
Già ... nel 2014 i mondiali, e ora le olimpiadi.
Il Brasile è un paese in evoluzione, in continua crescita e si sta arricchendo molto in questi anni.
Forse tra le strade di Rio, di San Paolo non c'è più quella "fame" di emergere, di farcela di "arrivare in Europa", forse non c'è neanche quella voglia di "giocare a calcio" e i ragazzini fin da subito pensano alle scarpe, alle ragazze, agli sponsor e alle serate da vip...
Luca Borioni risponde:
Ottima riflessione del nostro Alexander Roots. Confesso che anche a me la notizia sui migliori giocatori brasiliani ha fatto pensare: ovvia e inevitabile la scelta di premiare Neymar,condivisibile la posizione di rincalzo per Douglas Costa ma il terzo posto assegnato a Felipe Melo è al tempo stesso spiazzante e significativo. Perché in qualche modo certifica il cambiamento in atto nel calcio brasiliano. Un cambiamento che due estati fa è stato certificato dal Mondiale casalingo disastroso. Qualcosa è cambiato nella mentalità del calciatore brasiliano e nell'ambiente che lo circonda. A forza di guardare al calcio europeo, la fantasia tipicamente brasiliana ha probabilmente lasciato il passo a una ricerca della concretezza molto meno sudamericana. Felipe Melo su quel podio è un segno dei tempi. Tempi duri.