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Vivo X Lei, Borioni risponde: Allegri, Rugani e la gestione dei giovani
Nel gioco del “dagli ad Allegri”, tanto caro alla stampa antijuventina, ma anche , a ben vedere, a quella che dovrebbe essere filo bianconera (le nuove nomine alla direzione del quotidiano Tuttosport sono la dimostrazione di cosa sia il giornalismo sportivo in Italia, sig!), oltre a una serie di colpe sul governo tecnico e tattico della squadra, si addebita al mister anche la mala gestio dei giovani talentuosi arrivati quest’anno.
In barba alle sagaci “penne” che lo criticano senza requie, a mio parere, invece, sulla scorta di come l’anno passato si comportò con Morata, se c’è qualcosa in cui il tecnico sta dando il meglio di se – differentemente dal resto, in quanto la squadra continua a giocare male – è proprio la gestione dei nuovi virgulti bianconeri. Dybala, dati alla mano, è il più utilizzato davanti. Tenerlo in panchina ogni tanto, non gli ha fatto che bene. Pretendere che già da ora sia in grado di sostituire in tutto e per tutto uno come Carlitos, è da stolti. Bene fa l’allenatore a tutelare sia l’aspetto tecnico e sia quello psicologico, e i fatti gli stanno dando ragione.
L’argentino sta crescendo sotto entrambi i punti di vista, e partita dopo partita diventa sempre più determinante.
Alex Sandro, che già veniva additato come il bidone più esoso della serie A (ma qualcuno sta vedendo giocare “piedi di fata” Kodongbia??), ha davanti uno dei migliori terzini sinistri ancora in circolazione. Evra è stato fondamentale per raggiungere i successi della scorsa stagione, inoltre, nonostante l’età, è ancora titolare nella sua nazionale. Non si può mettere in panchina un giocatore di tale levatura internazionale dal oggi al domani, senza rischiare di bruciare sia lui che il subentrante. Alex Sandro ha avuto le sue opportunità: alcune le ha sfruttate bene, altre no. Sabato, tuttavia, ha dimostrato di essere un laterale di grande forza fisica e tecnica, che nel tempo potrà diventare sicuramente uno dei migliori in circolazione. Bravo lui ad aspettare con pazienza e sfruttare adeguatamente le sue chances, e altrettanto bravo l’allenatore, come nel caso di Dybala, a gestire l’alternanza con Patrick con assoluto equilibrio.
Riguardo, infine, a Rugani, il discorso si fa più complesso.
Trattasi di un difensore giovane di cui tutti dicono un gran bene, eppure ancora non abbiamo il riscontro sul campo. Una grande annata a Empoli è ben altra cosa dal giocare titolare a Torino. La Juve, volente o nolente, si sta ricostruendo. Allegri, realisticamente, non può rinunciare all’unico reparto che in questo momento storico, checché se ne dica, gli dà un minimo di sicurezza.
In altre parole, sostituire i tre titolari della difesa della Juve e della nazionale italiana, soprattutto in un frangente in cui il centrocampo e l’attacco sono totalmente da reinventare (in questo l’allenatore è in colpevole ritardo, grazie anche al mercato confuso di Marotta), considerato, per di più, che la squadra, come mai in passato, ha bisogno dell’apporto esperenziale dei cosiddetti “vecchi”, appare molto più azzardato, e richiede un assunzione di rischio parecchio più alto rispetto all'alternare un terzino sinistro e una punta. Rugani è certamente il futuro. Darlo via, se non in prestito, sarebbe un errore marchiano come quello commesso con Koman. Il suo momento verrà, ma per adesso il fatto che rimanga in panchina non mi sembra così drammatico. La Juve ha ben altri problemi, e non è certo il giovane ex dell’Empoli la chiave per risolverli.
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Luca Borioni risponde:
Tearsof5may pone giustamente l'accento sulle critiche generalizzate che hanno travolto Allegri in questa prima parte di stagione.
La mancanza di continuità sul piano dei risultati e anche del gioco hanno offerto il fianco alle frecce della polemica che, in qualche caso, è andata sicuramente oltre i demeriti dell'allenatore che ha pagato - e sta ancora pagando - alcune scelte di mercato effettuate sopra la sua testa, oltre ai ricorrenti infortuni muscolari (e qui in realtà la percentuale di responsabilità andrebbe divisa tra lo staff del tecnico e la malasorte).
Per quanto riguarda la gestione dei giovani, poi, è vero che l'esempio di Morata dello scorso anno (un inserimento graduale con ottimi risultati) sembra dimostrare che la strategia adottata da Allegri anche in questa stagione, ad esempio con Dybala, meriterebbe più rispetto. Così come sono valide le motivazioni che non concedono spazio a Rugani in una difesa ancora molto affidabile. Ma se questa filosofia fosse davvero vincente, non si capisce perché il rendimento della squadra nel suo complesso sia stato tanto negativo fino a questo momento (ultima serie di vittorie a parte). Vale a dire che l'allenatore che centellina l'utilizzo dei giovani è lo stesso che gestisce nel suo complesso la squadra, ovvero Allegri. Una dimensione non può essere considerata avulsa dall'altra. Nella Juve si è creata una situazione per cui l'eventuale debutto di Rugani sarebbe accompagnato ormai da tante e tali pressioni da sconsigliarlo e rimandarlo puntualmente. Mentre se Dybala si sta imponendo a suon di gol, nonostante le numerose partenze dalla panchina e una posizione in campo più arretrata del consueto, significa che il talento dell'argentino è davvero abbondante. Stesso discorso per Alex Sandro. C'è poco da gestire quando la qualità dei giocatori in questione è così evidente. C'è da farli giocare il più possibile.
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