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    Vivo X Lei, Borioni: Milan, fiducia d'obbligo a Mihajlovic

    Vivo X Lei, Borioni: Milan, fiducia d'obbligo a Mihajlovic

    Cacciate subito Mihajlovic! Sarebbe più coerente... - di Zardoronz


    Gustavo Giagnoni non ebbe fortuna al Milan. Approdò in rossonero dopo alcune ottime annate al Toro, ma si mise in urto con Rivera, che allora contava più del Padreterno per i milanisti. Aveva ragione lui? All'epoca gli detti torto marcio (Rivera era Rivera e non si discuteva), ma col passare degli anni mi è venuto il sospetto che le sue idee meritassero un briciolo di attenzione in più.
    In una vecchia intervista degli anni '70, l'allenatore sardo fece alcune considerazioni che meritano attenzione. Si chiese come mai un presidente, dopo aver vagliato la carriera di un allenatore e averlo giudicato degno e capace, potesse pensare che di colpo il detto allenatore fosse diventato un "cretino". All'epoca interpretai il concetto nel senso che l'ipotetico presidente non aveva vagliato attentamente la carriera dell'ipotetico tecnico prima di ingaggiarlo, ma lo aveva scelto perché glielo aveva consigliato Tizio o Caio. In subordine, il presidente in questione aveva dato una squadra inadeguata al suo tecnico, ma scaricava ogni colpa sul malcapitato. Forse Giagnoni intendeva dire entrambe le cose. In ogni caso un allenatore non può essere in gamba oggi e inadeguato domani. 
    Veniamo ai nostri giorni e alla posizione di Mihajlovic al Milan. Possibile che la prosecuzione della carriera milanista dell'allenatore serbo debba essere legata ogni settimana al risultato della partita? A quanto pare è possibile, ma è demenziale.
    Il mio ragionamento è semplice: se Mihajlovic è bravo e merita di allenare il Milan, deve continuare a farlo anche se perde a Frosinone, perché ciò vuol dire che la sconfitta non dipende dai suoi demeriti; se Mihajlovic non è bravo, allora deve essere sostituito anche se vince a Frosinone, perché ciò vuol dire che la vittoria non è sua ma dei giocatori.
    O devo pensare che per crocifiggere qualcuno, occorra che si contraddica, altrimenti non lo si può accusare di blasfemia? Sarebbe il metodo inaugurato 2000 anni fa dal distinto signor Caifa con la collaborazione di tutto il Sinedrio di Gerusalemme.
    Se non si crede in Sinisa, lo si cacci subito dunque e si dia la squadra a chi viene ritenuto più capace. Sarebbe più coerente, a mio personale avviso. Brocchi potrebbe essere il successore, perché è già a libro paga della società e sta meravigliando il mondo intero coi risultati della squadra Primavera.
    Sapete com'è, non ha senso criticare un tecnico per i risultati e apprezzarne un altro a prescindere dalle vittorie...

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    Luca Borioni risponde: 


    Il risultato detta legge nel campionato italiano e una squadra come il Milan non può permettersi di non riscontrare risultati scegliendo di dare piena fiducia a un allenatore. Detto questo, bisogna considerare su quali basi Mihajlovic ha cominciato il suo lavoro di allenatore: precedenti stagioni negative, allenatori esordienti bruciati e bocciati senza appello, scelte di mercato ispirate a non si sa bene quale idea. In sostanza, poco da salvare. Ora è vero che l'ultimo mercato del Milan ha lasciato intravedere segnali di ripresa grazie agli investimenti coraggiosi effettuati per alcuni giocatori italiani e con prospettive come Romagnoli e Bertolacci, accanto alle conferme di buoni talenti come Bonaventura fino al lancio di un giovanissimo prospetto come Donnarumma. Ma ancora non si può affermare che il gruppo di giocatori rossoneri sia davvero tale: non ci sono leader affidabili, i giocatori di classe superiore latitano, mancano le premesse per immaginare un futuro stabile di vittorie.

    E allora è inutile aspettarsi miracoli da Mihajlovic, se non la crescita graduale e costante dei giovani migliori. Il tecnico serbo non può che puntare ai risultati partita dopo partita, in attesa di prossime e oculate scelte di mercato. Per ora la classifica dice che l'incertezza del campionato al vertice non ha coinvolto i rossoneri, costretti ad accontentarsi di essere arrivati a sfiorare la zona scudetto estesa al momento alle prime cinque. E questo limite rappresenta un dato oggettivo. 

    Che cosa potrebbe fare di più e di meglio Brocchi? Forse è meglio accettare il fatto che Mihajlovic venga messo in discussione a ogni passo falso ma lasciare al tempo stesso che prosegua nel suo lavoro per giudicarlo a fine stagione, tenendo conto però - finalmente - delle premesse di cui sopra. 

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