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    Violamania: Un anno di Fiorentina e l'eredità di una cultura vincente

    Violamania: Un anno di Fiorentina e l'eredità di una cultura vincente

    Un anno sportivo, solitamente, si chiude sempre con la sensazione di aver lasciato qualcosa in sospeso. Vuoi per la composizione del calendario, vuoi perché la chiusura di dicembre apre le porte ad uno dei mesi più caldi della stagione calcistica, ovvero il calciomercato. Stavolta, però, analizzare il 2015 della Fiorentina non può che far pensare ad un salto di qualità. L'anno solare della Viola iniziò con una sconfitta: 1-0 al Tardini contro il Parma. Da lì arrivarono 40 punti, per chiudere il 2015 con un filotto di vittorie e con il quarto posto in tasca e le semifinali di Europa League e di Coppa Italia. Rimase il grande rimpianto del doppio match con Siviglia e Juventus, poi l'acredine sull'asse Montella-Della Valle ebbe la meglio, portando ad un mese, a cavallo tra maggio e giugno, di grande sofferenza. 


    La questione Neto, il caso Salah, la cessione di Gomez, gli svincolati senza rinnovo, la figuraccia Milinkovic-Savic, il mercato considerato da molti inadeguato: la polvere sembrava insostenibile, finché un allenatore nato a Viseu, in Portogallo, non riuscì non tanto a nascondere tutto sotto il tappeto ma, anzi, a pulire e far splendere l'ambiente viola come mai, nel passato recente, sotto la gestione dei Della Valle. Paulo Sousa è stato il vero craque del 2015 viola: allenatore, fenomeno mediatico e comunicativo, un personaggio entrato anche nella cultura della città. Il tutto in appena sei mesi. Sbalorditivo. 
    L'estate bollente è stata spazzata via anche grazie all'altro vero 'coup de théàtre' del 2015 gigliato: Nikola Kalinic. 11 gol e 5 assist in 20 presenze stagionali, numeri strepitosi. 

    La seconda parte dell'anno ha, come unica macchia, l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Carpi. Raggiunta la qualificazione in Europa League, e salutato il 2015 da seconda della classe, lo step decisivo per trasformare le ambizioni in gloria, i risultati in leggenda, passa inevitabilmente dai Della Valle: che mercato sarà, quello del 2016? Che investimenti verranno fatti? La risposta la può sapere, e mettere in pratica, solo la famiglia che ha fatto risorgere la Fiorentina dalle ceneri del fallimento ad inizio secolo. 

    Intanto, però, si chiude oggi un 2015 emotivamente irripetibile. Penso che un anno così non ritorni mai più, giusto per parafrasare Domenico Modugno. Non è arrivato il tanto bramato trionfo, ma è arrivata una nuova mentalità, vincente e positiva, quella sì, da tenere in una teca come uno beni inestimabili del mondo del football. Non poteva esserci miglior regalo, e miglior auspicio, in vista del nuovo anno targato Fiorentina. 

     


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