Violamania: il giocattolo si è rotto, ma i cocci chi li paga?
L'eliminazione della Fiorentina dalla Coppa Italia è il primo, vero fallimento della stagione. Ben superiore alle sconfitte con Napoli e Roma, più rumoroso della qualificazione da seconda del girone in Europa League, più ridondante del k.o nel sentitissimo match con la Juventus. Perdere in casa con il Carpi fa male, malissimo. Il vento di novità portato dalla competizione nazionale, con la cavalcata trionfale di Alessandria e Spezia, non inganni: la squadra di Sousa ha perso per demeriti propri, e non per una congiunzione astrale.
La Fiorentina è scesa in campo, sostanzialmente, con la formazione titolare: vuoi le squalifiche di Suarez e Mati, vuoi una rosa decisamente corta, tranne un paio di scelte, la squadra viola si è schierata al fischio d'inizio con gran parte dell'undici-tipo visto in questo avvio di stagione. In difesa il turnover è un concetto impossibile da applicare, a centrocampo, stante le squalifiche dei sopracitati, Vecino e Badelj sono stati costretti a non poter rifiatare, e in attacco si è deciso chiaramente di non puntare su un Pepito Rossi mai così in basso nelle gerarchie di Sousa, puntando su Kalinic che, però, sembra andare in riserva.
Sousa ha spesso fatto riferimento ai temi del 'carburante' e del 'serbatoio': in questo momento, la Fiorentina è alla disperata ricerca di una pompa di benzina ma, purtroppo per i Viola, non ve n'è traccia. Solo la società, e i fratelli Della Valle in primis, tramite un loro input, possono risollevare la situazione: questa rosa non era in grado di reggere tre competizioni, ma la Coppa Italia, a maggior ragione per una parte di tabellone, quella della Fiorentina, carente di squadre di alto rango, avrebbe potuto essere la strada più rapida per quantomeno avvicinarsi a quel famigerato trofeo che la proprietà brama ormai da anni. Tutto è, tuttavia, clamorosamente sfumato. E' indubbiamente sbagliato far scattare un processo mediatico e mettere alla gogna Paulo Sousa e il suo lavoro, ma sarebbe altrettanto errato sorvolare sulle carenze di questa rosa, che, più di così, non può davvero fare. L'involuzione fisica di alcuni giocatori, fisiologica, e tecnico-tattica-prestazionale di altri, in primis Alonso, condizionato chiaramente da un rinnovo di contratto persosi ormai nella nebbia tipica di questi freddi giorni fiorentini, sono sotto gli occhi di tutti. Urge correre ai ripari: salvaguardare una stagione nata sotto così buoni auspici è un dovere a cui la proprietà non può dare massima importanza. Sarà così? Solo il mercato potrà dirlo.