Violamania:| Domenica tutti ad Empoli
In attesa che il dimissionario patron Diego Della Valle - semmai sarà presente questo pomeriggio alla festa del settore giovanile, che ogni anno si tiene in un noto locale alla periferia sud di Firenze assai frequentato, anche lontano dall'orario consentito, dai giocatori della prima squadra - esterni come sempre il suo pensiero sul mondo viola, e auspicando che non parli di Cittadella Viola, rosiconi e mamme Ebe, e che tutti i giornalisti, compresi quelli di radio e tv, possano accedere fattivamente a tale incontro conviviale, fra poco meno di 72 ore c'è una Fiorentina si gioca un passaggio importante della sua stagione. Dunque, sperando che l'azionista di maggioranza faccia veramente il punto sul momento della prima squadra, come aveva promesso pubblicamente due mesi fa, analizzando i perché del momento no della rosa guidata da Sinisa Mihajlovic, e certifichi (speriamo) il fallimento degli ultimi due anni del d.s. Pantaleo Corvino, dal punto di vista tecnico, con il turno di riposo in campionato per gli impegni dell'Inter nel Mondiale per club, occhi puntati sulla squadra Primavera guidata da Renato Buso.
Quest'ultima si è resa protagonista, al contrario dei più grandi, di un 2010 (in particolare la seconda parte) in crescendo. Esaltante non solo in termini di risultati, ma anche di gioco, individualità espresse, senso di squadra e capacità di superare brillantemente ogni avversità, dentro e fuori dal campo. Voci di corridoio raccontano che Buso abbia voluto assoluta carta bianca nella gestione tecnica della sua Primavera per restare sulla panchina che, infatti, tante soddisfazioni gli sta dando. E così i suoi ragazzi, frutto della giusta miscela di arrivi di lunga data (merito del fu responsabile del settore giovanile nell'anno della C2 e della serie B, Leandro Leonardi, e del suo braccio destro Ilario Saturni) e di aggiunte determinanti coi colpi piazzati da Pantaleo Corvino, sono primi nel loro girone di campionato, e ad un passo dalle semifinali di Coppa Italia di categoria. Una rosa che ha già fatto sbocciare i propri petali in prima squadra, esaltando elementi che ora sono il fiore all'occhiello dei tifosi viola, quest'ultimi peraltro sempre di più spettatori delle gesta dei Buso Boys. Ma nulla è ancora conquistato, e così domenica mattina a Monteboro è assolutamente richiesta la presenza dei supporters che hanno la Fiorentina nel cuore, per il recupero della sesta giornata di campionato contro l'Empoli.
Personalmente auspico che, al fianco della squadra capitanata da Andrea Seculin, oltre al primo dirigente (dopo Pantaleo Corvino) ad occuparsi del settore giovanile gigliato, cioè Vincenzo Vergine, e al suo inseparabile assistente Maurizio Niccolini, ci sia gran parte della dirigenza attuale della Fiorentina. Perché andare a Monteboro domenica prossima significherebbe capire come un club, a pochi chilometri da Firenze, sia - seppur nella rivalità territoriale tipica toscana - un esempio di gestione per la società dei Della Valle. Il presidente Corsi, sempre presente alle gare interne del suo Empoli, ha costruito un centro sportivo senza bisogno di aiuti o ausili del Comune di riferimento, senza invocare rosiconi, ostacoli dei politici o dei giornalisti dissidenti, sfornando, in autofinanziamento perenne, giocatori che poi sono diventati campioni, non certamente alla Fiorentina. Piange il cuore sapere che elementi come Di Natale oggi o Fabbrini domani, siano o andranno a Udine, e non vestiranno la casacca viola. Una piazza, Empoli, in cui lavora un d.s. fiorentino d.o.c., che non ama rilasciare interviste, e che magari incontri a correre al Parco delle Cascine, ma che è fuoriclasse di razza sia nei colpi in entrata che in uscita.
Domenica mattina a Monteboro potrebbe essere un pellegrinaggio utile a capire gli errori della Fiorentina nel passato e nel presente, per imparare qualcosa in chiave futura. Sperando di godersi un successo della Primavera gigliata, uno squarcio di sole importante in un 2010 grazie a Dio che si sta chiudendo. Una bella vittoria dei giovani gigliati potrebbe essere il segnale che si può ripartire con un mezzo sorriso, con tanta umiltà, voglia di essere uniti, senza polemiche e con magari una comunicazione migliore. Campo, quest'ultimo, in cui l'Empoli non fa cilecca: ad esempio ha mandato Diego Fabbrini, tanto per fare un nome, lunedì scorso alla festa dell'Ussi per ricevere un premio, senza 'cani da guinzaglio' al seguito, libero di rispondere a tutte le domande, senza vincoli né paure. Empoli come modello, detto a un fiorentino, può sembrare un'eresia, ma oggi è giusto esprimere tale concetto, ed applaudire il club azzurro per capacità gestionale e organizzazione da Champions League: da Monteboro fino all'ultimo bambino dei pulcini.