Violamania: trenta giorni di mercato, la 'Barça' non affonda
La Fiorentina è incompleta. La Fiorentina è in ritardo. La Fiorentina ha collezionato brutte figure. La Fiorentina è in confusione. Quante sentenze hanno siglato il de profundis sul mercato della società viola in questi giorni, ma la lapide, sulla sessione estiva, è ben lontana dall'essere posta.
Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria: così scriveva Goethe. Non esser costretti a rimpiangere qualcuno degli addii di lusso di questa estate è una delle mission dei dirigenti gigliati, al lavoro a fari spenti per rimediare ad alcune carenze. Nondimeno, qualche spot in campo è ancora senza proprietario, ma in un anno di totale rivoluzione - tecnica, tattica e persino filosofica, Paulo Sousa docet - i paragoni e le comparazioni con la Fiorentina che fu non hanno alcun diritto di cittadinanza: per questo, ragionare in meri termini numerici sarebbe errato.
A trenta giorni dalla conclusione del mercato, tutto dipende e dipenderà dalle volontà di Paulo Sousa: con Astori in arrivo per le firme, e Gilberto pronto a raggiungere Firenze, la difesa manca di uno-due tasselli, ma inizia a delinearsi un pacchetto arretrato con ottime variabili e possibilità tattiche importanti.
Il centrocampo ha subito le maggiori scosse telluriche, con la perdita di Pizarro e Aquilani, ma il ritorno dal prestito di Vecino, l'arrivo di Mario Suarez e la conferma di Matias Fernandez - il cui rinnovo contrattuale sarebbe il non plus ultra del mercato - disegnano un quadro non così nefasto, sopratutto con il lavoro dei dirigenti che porterà un altro rinforzo alla corte di Sousa. Infine l'attacco: l'errore capitale della Fiorentina è stato di comunicazione. Aver fatto passare sottotraccia i prolungamenti contrattuali di Babacar e Bernadeschi, con l'addio di Gomez che è andato a discapito dei due giovani gioielli. L'affaire-Salah è un chiaro errore societario, con i dirigenti che dovranno assumersene la responsabilità e cercare di limitare i danni. La rinascita sportiva di Ilicic è un altro fatto che non può ascriversi alla lista delle ininfluenze, e quel giocatore classe '87 che di nome fa Giuseppe e di cognome Rossi scaramanticamente lasciato in un angolo della mente, quasi non rammentato, perchè l'attesa, in questo momento, è vissuta con ansia e un'onnipresente preoccupazione.
Con l'obbligo dei 25 in rosa, la Fiorentina è parzialmente incompleta, non in ritardo, vuole rimediare ad alcune brutte figure e cerca di colmare le lacune. E' tutta una questione di punti di vista. La partita con il Barcellona di questa stasera offrirà ulteriori risposte, in primis sul fattore atletico, visto che, nonostante le defezioni, i blaugrana fanno correre pallone ed avversari, e solo con una condizione in crescita i gigliati potranno reggere l'urto dei Campioni d'Europa.