Violamania: tra sentimento e ragione, mettetevi d'accordo
La Fiorentina ha vinto, ha raccolto sei punti dopo tre gare, ritrovando il gol di Babacar, la tenuta difensiva, Giuseppe Rossi titolare e schierando quasi tutti i giocatori in rosa già alla terza giornata: eppure, nonostante tutto ciò, 'il clima è inquietante', come dichiarato da Andrea Della Valle. Il riferimento non era, purtroppo, letterario, al celebre 'Libro dell'Inquietudine' di Fernando Pessoa.
Il clima respirato in Curva Fiesole, invece, almeno a livello scenografico e coreografica, ha mostrato una chiara dicotomia tra sentimento e ragione: il sentimento ha portato i tifosi gigliati ad incitare la squadra in maniera costante e continua, una vicinanza rumorosa e straordinaria. La ragione, al contrario, ha portato a ben quattro striscioni: 'Mandate Pradè, ma la vostra faccia dov’è?', '20.000 abbonamenti meritano rispetto. Innamorati della maglia non del vostro progetto', '11 guerrieri col coltello tra i denti, vogliamo una squadra di combattenti. Basta fair-play: o palla o gamba', seguito da uno nel parterre con scritto 'Prima il Colosseo, ora La Nazione, la Fiorentina non è un hobby, ma passione'.
Poi sono arrivate le dichiarazioni: 'La situazione ambientale è inquietante', secondo Andrea Della Valle, 'Dispiace per questo clima', ha sottolineato il direttore sportivo Daniele Pradè, 'Tifosi fantastici, ci hanno aiutato molto' ha chiosato Paulo Sousa. Mettetevi d'accordo, per favore.
La rosa è incompleta, non c'era bisogno della sfida di ieri per capirlo: Paulo Sousa, in vista dell'impegno di Europa League e con alle spalle ben 12 giocatori impegnati con le Nazionali, si è trovato costretto a gestire una vera e propria emergenza, sopratutto in difesa, adattando Alonso da difensore centrale nella difesa a 4 e schierando nuovamente Tomovic, il cui sostituto naturale - in contumacia Roncaglia - non esiste.
Tra dissapori e veleni, il segnale è che creare unità tra campo ed extra campo sia impossibile: la squadra ha un atteggiamento battagliero, mostrando spirito di sacrificio e volontà di 'sputare sangue' per la maglia (su tutti, ieri, Bernardeschi, chiamato a compiti non propriamente nelle sue corde), ma i feedback che il popolo viola assimila dalle proprietà e gli strascichi estivi hanno lasciato nuvole minacciose sul cielo di Firenze.
No, così non va. Ma non esiste squadra al mondo che possa ottenere risultati importanti senza una società sana, serena e solida alle spalle. In questo gioco di incastri, non tutto sta funzionando e nell'aria risuona un grido d'aiuto: 'Mayday, mayday, chiedo soccorso: confusione totale, confusione totale'.
Soluzioni? Le solite, ovvero comunicare. Daniele Pradè, anche ieri sera in zona mista, ha parlato, prendendosi le proprie responsabilità. Ciò che manca è arrivare ad un quid in più, un'analisi più incisiva da parte della società, dichiarazioni più efficaci, esternazioni più chiare, da parte di Andrea Della Valle: il patron gigliato ha le sue ragioni, ma i tifosi hanno bisogno di parole diverse. Si vede rivolgersi a loro differentemente, attaccando le loro emozioni e non la loro testa. Le ferite sono ancora da rimarginare, l'inquetudine sarebbe da mettere nel dimenticatoio e non tirarla fuori mai più.