Violamania: sono fiorite le spine nella 'rosa'
Se son rose fioriranno, se son spine pungeranno. Il proverbio popolare ha una fin troppo facile applicazione, nel teorema della Fiorentina 2015/2016: la 'rosa', intesa nel senso sportivo del termine, ha mostrato le proprie 'spine', provocando una sconfitta netta, evidente e senza appello.
Dopo i 9 minuti di black out contro il Torino, nella sfida interna di Europa League sono stati 13 i minuti fatali ai Viola: al 66' l'espulsione di Gonzalo Rodriguez, al 79' il gol dell'1-2 di Elneny, intervallate dalla rete del pareggio di Bjarnason, al 71'. La tenuta mentale della Fiorentina è ancora altalenante: contro il Genoa, pur rimanendo in 10, il merito della squadra di Paulo Sousa ha avuto un bell'assist dai demeriti e della carenze offensive del Grifone, incapace di costruire alcunché negli ultimi 16 metri.
I 15000 spettatori del Franchi hanno assistito ad una versione della Fiorentina a cui non erano abituati: una squadra 'cattiva', fatta di mastini, che preferisce giocare di spada anziché di fioretto, poco spettacolare e, almeno nelle aspettative, concreta. Il Basilea ha mostrato i suoi difetti ma anche la capacità dei suoi singoli, e la sua esperienza europea, due doti imprescindibili per la rinnovata formazione di Fischer: Embolo - tra due giorni compirà 18 anni - è potenzialmente il prossimo 'craque' del calcio mondiale, e Boetius, pagato appena 2 milioni di euro dal Feyenoord, un esterno capace di inventare e cambiare passo con una facilità devastante, sono le punte di diamante, ma dietro c'è una programmazione ed un'organizzazione profonda, che supera il passare dei tecnici e dei giocatori.
Contro il Carpi, l'espulsione di Badelj e l'infortunio di Vecino - ancora da valutare la sua disponibilità - aprono le porte al ritorno di Borja Valero nel centrocampo a 2 accanto, presumibilmente, al desaparecido Mario Suarez, 90 minuti in panchina contro il Basilea; contro il Belenenses, l'espulsione di Gonzalo Rodriguez proietta Roncaglia e Astori come coppia difensiva titolare. E' questa 'prevedibilità' difensiva che avvalora la tesi di una coperta molto corta nei primi due reparti del campo, portieri esclusi.
Questa Fiorentina avrebbe bisogno di un 'pacemaker emotivo', di regolare il proprio andamento mentale e caratteriale: il gioco di Sousa è molto dispensioso e la sola condizione fisica non basta non basta per sorreggere l'ingente lavoro richiesto dall'ex tecnico proprio del Basilea. Lo spazio per le riflessioni è, comunque, ridotto al lumicino: domenica alle 18 il campionato vedrà i Viola in trasferta a Modena, contro il Carpi: le perplessità sono molte e toccherà a Rossi e Bernardeschi risollevare l'umore della piazza e della squadra. Giorni di attesa, mentre tutta Firenze cerca risposte ed è, ça va sans dire, sulle spine.