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Violamania:| Ricostruire il futuro
'Perché fra il marzo 2010 e quello del 2012 avete smesso di fare calcio?'. E' questa l'unica domanda che andava fatta, e non è stata posta, al presidente onorario Andrea Della Valle, da quando quest'ultimo è tornato ad occuparsi a 360 gradi di cose di Fiorentina. Perché va bene essere felici per una buona campagna acquisti, per un entusiasmo ritrovato, per una camicia zuppa di sudore ed un'esultanza sconsiderata al gol di Jovetic sabato scorso contro l'Udinese, ma i due anni pessimi di gestione della famiglia Della Valle, in cui tutto era affidato all'ex d.s. Pantaleo Corvino, non potevano non lasciare delle conseguenze.
Non si può rientrare in casa, accendere l'interruttore e sperare che tutto sia rimasto come prima. Nel periodo in cui i fratelli marchigiani si sono allontanati da Firenze, l'uomo di Vernole si è messo in casa un duo di procuratori, Fali Ramadani e Sergio Berti, che hanno fatto il 'bello’'(pochissimo a dir la verità) ed il cattivo tempo (tanto, visto i pessimi risultati). Hanno gestito tecnicamente la squadra (gli interessi di Mihajlovic sono curati dagli agenti di cui sopra), e il parco giocatori prevedeva un numero cospicuo di loro assistiti (Jovetic, Nastasic, Ljajic, Comotto, De Silvestri e Cerci, tanto per fare degli esempi). Senza una vigilanza dall'alto, ci si è trasformati in un club allo sbando, che ha rimediato figuracce fuori e dentro il terreno di gioco.
Complici principali di tutto questo, i proprietari della Fiorentina; ma anche quei tifosi per cui la famiglia Della Valle è intoccabile. A vigilare doveva esserci anche una stampa che denunciasse l'occupazione delle stanze del potere in via Manfredo Fanti, ma che evidentemente troppo preoccupata del proprio posto di lavoro o di essere additata come 'rosicona’', disfattista o juventina, ha sonnecchiato’in attesa di tempi migliori. La cessione di Matija Nastasic al Manchester City non azzera tutto quanto di buono fatto negli ultimi 60 giorni dalla Fiorentina, ma è esattamente la conseguenza di aver affidato ad estranei le sorti del proprio club, e il prezzo da pagare per documenti sottoscritti per far cedere giocatori importanti qualora fossero arrivate certe offerte (vedi Jovetic).
Vendere il classe '93 di Valjevo è quasi peggio che aver venduto il numero 8 viola, perché, quale che sia la cifra che i viola incasseranno (basta fare i ragionieri ed esultare per plusvalenze o introiti che vengono messi a bilancio!) la squadra affidata a Vincenzo Montella perde uno dei talenti migliori a livello giovanile, e uno dei pochi difensori della rosa dal sicuro rendimento, il cui valore è in piena ascesa. Nelle prossime ore sono attesi gli ultimi colpi di mercato, ma quali che siano è la proprietà che dovrà fare la differenza: non sparire, come ha fatto fra l'eliminazione in Champions League ad opera del Bayern Monaco ed il licenziamento di Corvino, ma effettuare un costante controllo sulla realtà viola a 360 gradi. Il conto per gli errori commessi (partenza di Nastasic) è assai salato, ora c'è da ricostruire un futuro, dopo le macerie del passato. Ecco perché le parole d'ordine dovranno essere calma, pazienza, vigilanza e programmazione a lunga scadenza.