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    Violamania: quel confine labile tra coraggio e incoscienza. La rosa della Fiorentina non è all’altezza delle sue idee

    Violamania: quel confine labile tra coraggio e incoscienza. La rosa della Fiorentina non è all’altezza delle sue idee

    • Federico Targetti
    Sarebbe bello avere tutto e subito. Voltare pagina dopo due anni di vero e proprio Medioevo calcistico, cominciare di punto in bianco a giocare bene e ritrovarsi in testa alla classifica quando pochi mesi prima si lottava per non retrocedere. Meraviglioso. Ma di tutto questo si è verificato solo una parte, ossia quella relativa al bel gioco. Che non è assolutamente poco, in una città che del bello ha fatto la propria prerogativa culturale. Non mancano nemmeno i risultati: 12 punti in 7 partite che includevano Roma, Atalanta, Inter e Napoli. Sono convinto che molti avrebbero messo la firma, a inizio stagione, per un andamento del genere. Il punto è che, visto che la Fiorentina gioca tanto bene e va addirittura in vantaggio contro le big, ai tifosi viene l’acquolina in bocca e le sconfitte in rimonta vengono mal digerite. Ma è sufficiente razionalizzare per capire che sono risultati che ci stanno, che ci possono stare. Come arrivano, si dice a Firenze, è un altro paio di maniche.
     
    COME PRANDELLI (IL PRIMO) – La Fiorentina del primo Cesare Prandelli, nella seconda metà degli anni ’00, era quasi scientifica: perdeva con le grandi, vinceva con le piccole. Quasi sempre. E siccome le piccole erano molte di più rispetto alle grandi (non erano iscritte al club Atalanta e Napoli), i viola facevano sempre moltissimi punti e arrivavano con agio in Europa. Adesso, con questo ruolino di marcia, la squadra di Italiano arriverebbe a ridosso della Conference League, pronta ad approfittare di qualche calo delle attuali Sette Sorelle. E l’obiettivo dichiarato da società e di conseguenza allenatore sarebbe centrato in pieno. Eppure c’è la sensazione che l’intruglio a cui l’alchimista Italiano sta lavorando sia capace di cose ben migliori…
     
    CORAGGIO O INCOSCIENZA? – Il piano-partita di Fiorentina-Inter è stato riproposto senza variazioni contro il Napoli, che se possibile è ancora più forte dei nerazzurri: infatti, la Fiorentina ha avuto meno occasioni nel primo tempo, è riuscita ad andare in vantaggio ma ha subito gol prima dell’intervallo, e poi, come contro l’Inter, è crollata nella ripresa. Deficit mentali, spiega Italiano. Non sarebbe stato forse il caso di far fronte a questa lacuna, almeno di fronte all’attacco più in forma del torneo? Probabilmente sì, ma sarebbe venuto meno l’atteggiamento, l’identità di squadra che al tecnico è stata chiesta. Nell’azione che ha portato al rigore per il Napoli, Osimhen aveva a disposizione un’autentica prateria: sembrava un contropiede con il Napoli in vantaggio per 0-1, non il contrario. Alcuni la chiamano incoscienza, altri coraggio delle idee. Per adesso, il coraggio contro le grandi non paga, tranne contro l’Atalanta, felice eccezione che, come recita il detto, conferma la regola.
     
    SCELTE – Quelle che la Fiorentina effettua negli uno contro uno e nelle marcature sui calci piazzati sono spesso sbagliate, e i viola ne pagano dazio, abbiamo detto, con le squadre più forti; quella effettuata all’inizio della stagione dalla società, che ha strappato Italiano allo Spezia, sembra per ora azzeccata; quella di Vlahovic sul rinnovo la stiamo aspettando tutti, e sebbene i numeri gli diano ragione (8 punti su 12 vengono dai suoi gol, 6 su 12 dai suoi rigori), c’è qualcosa rispetto all’anno scorso che non funziona. C’è anche tutto il tempo per confermarsi. La scelta invece di non acquistare un quinto esterno come chiesto da Italiano a luglio… Beh, quella la possiamo dichiarare errata. Magari anche non Berardi, ma un giocatore incisivo da inserire per spingere sull’acceleratore avrebbe fatto decisamente comodo. Callejon, guardiamo in faccia la realtà, anche se ha ritrovato una collocazione in campo non è più pericoloso in zona gol, e Sottil proprio nell’efficacia sotto porta deve ancora crescere tantissimo. Aggiungiamo a ciò Saponara, fragile dal punto di vista fisico e non adatto a tutti i contesti da esterno, e allora è chiaro che l’unica ala pronta e all’altezza delle ambizioni viola è Gonzalez, che pure deve ancora adattarsi. La Fiorentina vuole giocarsela con le grandi, ma non ha i ricambi necessari (il che, nell’epoca delle cinque sostituzioni, non è un dettaglio trascurabile). Gennaio non è lontano, magari un quinto esterno arriverà allora. Ah, già che ci siamo anche una punta di riserva…

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