Getty Images
Violamania: Prandelli non abita più qui
Pochi giorni prima, esattamente il 30 maggio 2010, l'oggi 54enne di Orzinuovi aveva firmato un contratto con la Figc che era solo l'ultimo atto di una guerra verbale e sanguinosa, con effetti che si sono trascinati poi per oltre due anni anche e soprattutto sul club che ha la propria sede in via Manfredo Fanti, con la famiglia Della Valle ed in particolare con il suo proprietario, Diego, che a fine marzo di quell'anno di fatto lo aveva prima scaricato attraverso un'intervista, e poi gli aveva fatto terra bruciata in squadra e nella società, con la complicità di alcuni dirigenti del club di cui è ancora azionista di maggioranza assoluta.
Eppure quel pomeriggio di inizio giugno al ritorno dai test amichevoli in terra orientale Prandelli fu accolto come un eroe allo stadio 'Franchi', intravisto come vittima di un complotto e di una guerra fredda che lo aveva, per l'allora stragrande maggioranza dei tifosi della Fiorentina, costretto a lasciare la squadra gigliata, nonostante la sua volontà. A 48 mesi da quegli eventi quella idolatrazione dell'oggi c.t. azzurro non esiste piu' e l'atto compiuto domenica sera di escludere Giuseppe Rossi dalla lista dei ventitre giocatori che difenderanno in Brasile i colori della Nazionale italiana è solo l'ultimo atto di un idillio che ormai sembra da tempo finito.
Premesso che con il tempo molte delle convocazioni di giocatori juventini, anche fuori forma, rispetto a viola sulla cresta dell'onda, hanno di fatto accresciuto il partito fra i supporters gigliati che ha creduto alla versione di Diego Della Valle in quell'inizio 2010, ovvero che Prandelli da allenatore della Fiorentina si fosse offerto al club bianconero in quella primavera di quattro anni; non sono andate giu' a molti anche le varie applicazioni ad orologeria, del codice etico sempre in chiave azzurra (con Balotelli fin troppo perdonato), oltre ad un distacco sempre maggiore nelle dichiarazioni e nelle presenze, dalla vita pubblica fiorentina, dello stesso ex tecnico anche di Lecce, Venezia e Roma, salvo eventi particolari come i recenti festeggiamenti per il sessantesimo compleanno di Giancarlo Antognoni.
Lo strappo però definitivo fra Firenze e Prandelli è avvenuto come detto nelle ultime ore con la mancata chiamata di Pepito per il prossimo Mondiale con social network e radio intasate di insulti per l'allenatore della Nazionale e giornalisti piu' tifosi che cronisti (molti dei quali totalmente assenti dalla vita giorno dopo giorno a Coverciano) che hanno fatto mero populismo per gettare cattiva luce sul c.t.
Premesso che la famiglia Della Valle dovrebbe soltanto ringraziare il proprio ex allenatore perchè ha distratto un ambiente da un troppo lungo periodo di assenza decisionale societaria post campionato (manca poco piu' di un mese al ritiro, e tante, troppe sono le questioni aperte), è giusto dire che quegli stessi tifosi viola che oggi denigrano Prandelli, avrebbe probabilmente detto le stesse cose se non peggiori su quest'ultimo, qualora l'oggi c.t. avesse poi portato proprio Pepito al Mondiale, privandolo a loro avviso di un pieno recupero estivo in maglia viola dopo il lungo infortunio. Proprio in questo senso, perchè gli stessi supporters viola non chiedono ai dirigenti che frequentano la sede viola, se sono contenti o meno di questa mancata partecipazione di Giuseppe Rossi all'avventura in Brasile? E perchè non approfondiscono con lo staff tecnico e medico viola sulle indicazioni date ai 'colleghi' azzurri, sulle condizioni di Pepito, prima dell'inizio del ritiro pre mondiale nel centro tecnico fiorentino? Perchè la gente non si chiede quale gioco perverso si sarebbe inventato l'ex tecnico viola per danneggiare sé stesso (era molto piu' semplice portarselo dietro il numero 49 viola, e passare come opportunista, che fare il contrario) e soprattutto la squadra che allena, con questa mancata convocazione?
La verità è che a Firenze tendiamo sempre a dimenticare il passato, e pensar male del prossimo, se questi non fa atti a fini utilitaristici per la città e le sue realtà. Sara' per questo motivo che dal Rinascimento in poi tutto in riva all'Arno in termini di bellezza e crescita è rimasto immobile. E sara'sempre per lo stesso motivo che tendiamo a conservare (spesso male) cio' che abbiamo e a non puntare a crescere, essendo ambiziosi. E' giusto che in qualsiasi storia di grande affetto, come quella che c'e' stata fra Prandelli e Firenze, si possa passare dall'amore o all'odio, ma è giusto anche domandarsi perchè il gioco piu' triste che contraddistingue la realta' Fiorentina,a tutto tondo, da anni è di pensare che tutti ruoti intorno a noi, e che il potere cattivo sia sempre fuori a volere il male di una città e della sua squadra, che invece stanno soffocando sempre di piu' dentro le proprie mura, senza sogni e smania di volersi elevare.