Violamania: pastificio Fiorentina
Con il bel successo contro il Bologna, nella prima giornata effettiva di campionato, la Fiorentina e la Firenze che tifa viola hanno riscoperto sensazioni che sembravano essere perdute. Non solo quella classifica che vede i gigliati momentaneamente in testa, davanti - almeno per una settimana - a corazzate come Milan, Inter e Roma, ma anche tanti buoni spunti tecnici da parte di alcuni solisti, e segnali di gioco che erano ormai un ricordo della notte di Monaco di Baviera (febbraio 2010). Ma se è vero che un uomo lo si giudica nei momenti di difficoltà, e l'anno scorso il tecnico serbo della Fiorentina non ha perso la barra della ragione trascinando in porto una salvezza e niente più tornando alle certezze su cui anche Prandelli si basava - non a caso D'Agostino e Cerci viaggiavano fra tribuna e panchina nel periodo decisivo -, ora Mihajlovic, che è la vera incognita di questa stagione, dovrà gestire questo principio di euforia, calmando i bollenti spiriti di chi magari nello spogliatoio sogna, o di chi, in società, ha già chiamato la 'stampa amica' per gettare fango su chi la scorsa estate ha svolto l'ottimo ruolo di sentinella della società, portando quest'ultima a riinamorarsi dei colori viola, come ha confessato sabato scorso lo stesso Andrea Della Valle.
Udine per capire 'di che pasta è fatta' davvero la squadra gigliata, perché se è vero che Pasqual e Cerci sono stati fra i migliori contro Di Vaio e compagni, c'è anche da sottolineare, senza malizia, che affrontavano Pulzetti terzino destro e Raggi esterno difensivo a sinistra, non Dani Alves e Bale, tanto per fare due nomi. C'è da capire se Natali e Gamberini possono reggere l'urto di Di Natale e soci, e soprattutto, come detto, se il 'panettiere' provetto Mihajlovic, ora che ha ingredienti per cucinare un'ottima schiacciata alla Fiorentina, saprà anticipare mosse e contromosse di quel 'vecchio cuoco' di buon calcio di nome Francesco Guidolin. Uno che magari può non risultare simpatico ma che ha dimostrato un anno fa, con una società che ha scavalcato la Fiorentina negli ultimi due anni -non solo nei risultati -, come gestendo al meglio un periodo delicatissimo (quattro sconfitte nelle prime quattro giornate) si possa comunque fare bene. Basta conquistare lo spogliatoio e far crescere un gioco. A proposito di difficoltà: non sembra destinata a cessare in tempi brevi la 'querelle Montolivo', come era facilmente prevedibile. Al di là delle sensazioni eccessivamente positive del club, non si riesce a capire perché la Fiorentina, in maniera autolesionistica, dovrebbe mettere fretta al giocatore, quando ha fatto di tutto per far slittare i tempi, concedendone troppo all'ex capitano prima dell'estate.
Speriamo che Sinisa Mihajlovic, giustamente accusato dai tifosi a San Piero a Sieve, nel primo giorno di lavoro, di eccessivo aziendalismo, dica la sua sulla questione Montolivo, e ci pensi tantissimo prima di rinunciare ad un ingrediente che casualmente è apprezzato più da altre cucine - tipo quella azzurra - che sotto il Duomo del Brulleschi. Speriamo anche che tutto il mondo viola non si faccia distrarre dal nuovo capitolo sul futuro stadio a Firenze. Al momento le idee del sindaco Matteo Renzi sembrano nuove promesse di una campagna elettorale in perenne movimento, con poco fondamento e tanta voglia di coprire magagne e promesse ormai vecchie, in una vicenda che ha visto tanti colpevoli, fra cui anche una proprietà che è sempre troppo assente dalla città con i suoi vertici, ben sapendo che quest'ultimi sono il vero valore aggiunto della Fiorentina, fuori dal campo. Più che al futuro lontano, Firenze deve pensare a Udine, con l'umiltà ed il lavoro che hanno portato al successo con il Bologna, pensando che servirà una gran partita per portare a casa il risultato, anche perché stavolta non servirà sfoggiare statistiche ad uso e consumo proprio per giustificare un eventuale brutta prestazione.