Violamania: no al vintage, si ai rinnovi
Va bene la nostalgia del bel tempo che fu, del fatto che i successori nel ruolo di fantasista del Fenomeno rumeno non sono mai stati tecnicamente all’altezza di quest’ultimo (uno pensa ad Ilicic e gli viene voglia di riabilitare anche Nicodemo, protagonista in C2) ma a tutto c’è un limite, con la voglia di passato che in Italia fa breccia sempre, anche storicamente parlando. Sarà che ti giri intorno e vedi i giornali pieni di nomi da cartolina associati a grandi squadre e quindi fai di tutto per dare un senso all’ennesima sessione di mercato invernale che più che di riparazione ha il sapore dell’usato più o meno sicuro, ma la Fiorentina di oggi di tutto ha bisogno fuorchè di gente che venga alla corte di Montella per svernare, mettersi alla prova o riscattarsi. La rosa viola, sicuramente incompleta in molti ruoli, per via di passate scelte errate ma soprattutto dei tanti infortuni che l’hanno colpita, ha bisogno di certezze. Quindi perché accontentarsi anche di calciatori quali Diamanti o Gilardino, che hanno già dato a Firenze, e non puntare su operazioni concrete?
In una sessione di trattative in cui è più facile sbagliare rispetto all’estate, perché hai poco tempo per fare le scelte, e ancora meno per valutare gli acquisti effettuati, chi ha deciso sulla frenesia del momento ha spesso sbagliato. La Fiorentina lanciata verso la qualificazione Champions e nella coppa dalle grandi orecchie, nel gennaio 2010, sbagliò tutti i suoi acquisti, e per giunta si liberò troppo facilmente di ben due capitani (Dainelli e Jorgensen), rovinando quanto di buono aveva fin lì costruito. E allora se la priorità assoluta deve essere svuotare lo spogliatoio gigliato di tutti quegli elementi che vanno considerati come esuberi (e sono tanti, e molti di loro difficilmente piazzabili), per il mercato in entrata meglio non muoversi. Inutile prelevare giocatori per accontentare una piazza che non ha bisogno di essere riscaldata (vedi i quasi 8000 presenti all’allenamento a porte aperte dello scorso 1 gennaio). Meglio aspettare e non ragionare di pancia, sulla fretta di accontentare procuratori amici, simpatizzanti di quel determinato giocatore o la stampa che sempre bisogno di cibarsi di facce nuove. Guai a toccare le certezze fin qui acquisite di un gruppo sano e responsabile, che è patrimonio da conservare rispetto a tante altre realtà in Italia. La proprietà, che comunica sempre poco,male ed in maniera contraddittoria, quando ha ragionato in maniera ponderata, ed ha demandato il lavoro ai propri uomini mercato, ha sempre piazzato colpi importanti e fatto le migliori scelte. Quindi niente scherzi su Mutu ed elementi simili, piuttosto valorizzazione del proprio settore giovanile, e celere rinnovo di contratto di uomini fondamentali quali Savic, Bernardeschi e Babacar per non andare incontro ad altre vicende Neto.