Dal Vangelo secondo Delio Rossi: 'Nella memoria dei tifosi rimangono le entrate in scivolata e le giocate spettacolari. Ma soprattutto quello che accade sul campo nelle ultime settimane di campionato'. Il tecnico della Fiorentina può stare sicuro: i brividi, le lacrime e le esultanze smodate in tutte le parti del mondo, per i successi su Milan e Roma, difficilmente verranno dimenticate dai supporters viola. Speriamo invece che la proprietà sappia scindere i primi pessimi nove mesi di questo campionato (brutta continuazione dello squallido film della passata stagione) da questi ultimi giorni. Chi sta nella stanza dei bottoni della Fiorentina dovrà fare le sue valutazioni in vista dell'anno prossimo senza farsi traviare dalla recente euforia, ma analizzando a 360 gradi colpe e responsabilità, per improntare le mosse future. L'anno scorso troppo superficialmente, ad obiettivi già ottenuti, con vittorie e prestazioni sopra le righe, qualcuno parlo di stagione 'da 7'. Errare è umano, perseverare sarebbe diabolico.
Dopo aver conquistato un inutile nono posto e aver lottato per la salvezza quest'anno, o ci sarà una brusca inversione di tendenza nella politica aziendale, o l'anno prossimo il rischio serie B sarà concreto. Per ripartire la Fiorentina non può prescindere dalle uniche tre certezze, che per continuità meritano la riconferma: Matija Nastasic, Valon Behrami e Stevan Jovetic. Furono non a caso questi tre, più Cesare Natali, gli autentici protagonisti della rinascita stagionale viola, in quel pomeriggio di Milano. Sotto 1-0 contro i rossoneri di Allegri, alla fine di un primo tempo che gridava vendetta, con il Lecce già vittorioso contro la Roma e ad un soffio dai gigliati in classifica, i quattro presero la parola nei primi dieci minuti dell'intervallo della sfida di San Siro, quelli trascorsi soltanto con i massaggiatori e il medico. Non alzando i toni, ma invitando i compagni ad usare la testa, diedero e si diedero la scossa, sorretti da una componente fondamentale: le parole del proprietario della squadra, Diego Della Valle, pronunciate la sera precedente, nel ritiro pre-gara.
'Dignità, dovere, divertimento', lo slogan di mister Tod's. E poi un maestro il cui nome inizia, non a caso, con la lettera D: Delio Rossi. Da ieri anche le vedove di Mihajlovic sono servite: la media punti del tecnico riminese ha agganciato quella raggiunta quest'anno dal serbo, che nonostante una campagna stampa sempre a favore non è mai entrato nei cuori viola. Rossi, ostacolato da una pessima campagna acquisti nel gennaio scorso, e assolutamente poco sorretto da una dirigenza in cui la parola calcio sembra in antitesi, ha azzerato le gerarchie, rimotivato i giocatori persi, fatto fuori chi con la testa è ormai da tempo lontano dalla Fiorentina e sparso saggezza con parole forse banali ma mai fraintendibili. Occorrerà adesso continuare ad avere la mentalità vista nell'ultimo mese, dimenticandosi quanto fatto recentemente. I successi contro Milan e Roma valgono doppio, ma la salvezza non è ancora raggiunta. Una volta acquisita, servirà, come detto, cambiare registro. Per le ambizioni della famiglia Della Valle, comunque vada a finire, questo è un torneo da archiviare come deludente.