Violamania:| Le sette vite di Mutu
Quando quel pomeriggio del 28 gennaio scorso, nello spogliatoio della Fiorentina, il tecnico viola di allora, Cesare Prandelli, prese letteralmente per il collo Adrian Mutu, reo di essere stato due volte trovato positivo all’antidoping al metabolita della sibutramina, nessuno, neppure il talento di Calinesti avrebbe scommesso un centesimo di euro sul suo futuro in maglia viola per la stagione successiva. Eppure l’avventura a Firenze del 31enne numero 10 è come quella di un gatto ‘a sette vite’. Ogni volta che lo hanno dato per finito, ‘morto’ calcisticamente parlando, o sul piede di partenza, lui è risorto, come e più dell’araba fenice. Dall'infortunio al gomito nell’estate del 2008, dopo aver visto saltare il proprio passaggio alla Roma, passando per le numerose ricadute alla parte infortunata, senza dimenticare il versamento al ginocchio dell’ottobre dello stesso anno, e quello ancora più grave del dopo match contro il Debrecen dell’autunno 2009.
Ma il vero colpo che sembrava aver portato ai titoli di coda il film Fiorentina-Mutu era stato come detto la doppia positività al doping del gennaio scorso, ultimo guaio di un campione tanto bravo con il pallone fra i piedi, quanto ingenuo e poco sensato nelle scelte fuori dal terreno di gioco. Da quel 14 agosto 2008 quando è stato multato dalla FIFA per 13,68 milioni di sterline (17,17 milioni di euro) per aver rotto il contratto con il Chelsea, dopo che era risultato positivo alla cocaina, passando per i litigi in Nazionale con Lucescu o alle notti bravi con soubrette del suo paese, Mutu ha vissuto soprattutto gli ultimi 6 anni come Dottor Jekill e mister Hyde. A complicare il tutto, fra ricorsi falliti al Tas di Losanna, ci si erano messe le pasticche dimagranti consigliate da mamma Rodica che lo hanno visto squalificato per nove mesi, con richiesta di decurtazione del suo stipendio da parte del suo club che, ufficialmente, lo aveva messo sul mercato.
La vita di un calciatore è però spesso simile a quella che si vede nei film e quindi, dopo aver scartato l’offerta del Fenerbache, e aver fatto pace con il neo tecnico viola Sinisa Mihajlovic - con cui da calciatore c'erano state risse in campo ed insulti fuori - l’infortunio di Jovetic ha reso proprio Adrian Mutu incedibile per bocca dello stesso azionista di maggioranza viola, Andrea Della Valle. Proprio la proprietà, con un voltafaccia un po’ opportunistico, ma comprensibile, è passata dal ritenere Mutu uno scarto da eliminare, al nuovo possibile acquisto della Fiorentina da inizio novembre in poi, quando la squalifica per doping finirà. Il talento rumeno potrebbe rinascere ancora una volta, anche se su di lui pende la volontà del Chelsea che, qualora non le venisse rimborsato il risarcimento richiesto, ha ventilato l’ipotesi di farlo smettere di giocare. Mutu nel ritiro viola sta cercando di non pensarci, ed i tifosi sembrano essere dalla sua parte, anche chi, come me, solo tre settimane fa aveva giurato di non rimpiangerlo, qualora fosse partito.
Per capire quanta voglia ha Mutu di tornare in campo basta descrivere la scenetta che più volte in questi giorni a San Piero si vede a fine allenamento del mattino: un tifoso urla al numero dieci viola: ’Adrian sei il piu’ forte’, e lui sorride, alza il pollice, fa l’inchino e getta un pallone verso gli spalti. Visto che ha piu’ di qualcosa da farsi perdonare, prendiamoci questo nuovo acquisto, Mutuvic, in questa Fiorentina in salsa dell’est, e nel frattempo sosteniamo il giovane Ljajic, che almeno per i prossimi 80 giorni dovrà provare a farci dimenticare lo stop a Jovetic, senza dimenticare che l’ex Partizan non ha neanche 19 anni.